Pillole Amaranto – L’Arezzo di Serse Cosmi
Parlare dell’Arezzo di Serse Cosmi, vuol dire parlare di un periodo del calcio aretino, dove allora come non mai le parole programmazione e fare il passo secondo la propria gamba hanno trovato riscontro e conferma nelle azioni. Ho visto una realizzazione, tassello dopo tassello, di squadre in grado di vincere un campionato di serie D, e poi con la programmazione vincerne un altro di C2 e in seguito, costruendo su molti protagonisti precedenti, allestire una formazione in grado di lottare e fare i playoff per la Serie B. Alla guida di questo progetto c’ è stato uno degli allenatori più amati dalla tifoseria amaranto, un uomo in grado di costruire e vivere un’empatia esaltante con tutta la tifoseria. Come allenatore, il pregio migliore di Cosmi è stato secondo me l’equilibrio, un mister con la grandissima capacità di gestire tutti i momenti della stagione, anche quelli molto negativi, riuscendo con il suo grande carattere e con le sue idee calcistiche a far convergere sempre tutti, società, stampa, squadra e tifosi in un’unica direzione. Arrivato ad Arezzo dopo stagioni alla guida della Pontevecchio, Cosmi si trova subito con l’ingrato compito di dover vincere il campionato di Serie D, risollevando una piazza che dopo il fallimento del 1993 faceva fatica a ritornare nel calcio professionistico. La squadra che gli viene allestita è sicuramente importante, sulla carta probabilmente la più forte, ma sulla strada trova un Sansepolcro stratosferico, ricco di giocatori che ritroveremo in seguito come avversari nelle categorie superiori. Decisiva per la promozione è la penalizzazione inferta ai bianconeri per “il caso Guidotti” che porta ad una decurtazione di 14 punti degli avversari, evitando cosi agli amaranto l’obbligo di giocarsi il campionato punto a punto contro un avversario temibile e chiudendo i giochi per la promozione a fine marzo ‘96. In quell’annata da ricordare le tante trasferte con numeri importanti della tifoseria e la splendida cornice di pubblico del Comunale quando, nel vero scontro diretto per la promozione, gli Amaranto superarono i biturgensi per 1-0 di fronte a oltre seimila tifosi. I protagonisti di quell’annata furono: Mosconi, Langianni, Banelli, Borghi; Bruni, Di Loreto, Micheli, Pilone, Presicci, Rocchigiani, Semplici, Taccucci, Bellachioma, Fabiani, Leone, Mattoni, Minghelli, Nofri, Martinetti, Battistini, Bifini, Breglia, Marchesi, Procopio.
Conquistata la promozione in C2, la squadra viene rinforzata per conquistare la salvezza senza patemi, ma il grande gruppo creato dal mister porta a una stagione vissuta sempre alle spalle delle prime, in piena bagarre per i playoff promozione. Nonostante un passaggio a vuoto a metà stagione, gestito con maestria da Cosmi, la squadra trascinata dai gol di Scichilone, dalla fantasia di Bifini e da giocatori come Martinetti, Bruni, Nofri, Barontini, Di Loreto e Baiocchi, conquista il 4° posto e quindi l’accesso ai playoff contro la Maceratese, con lo svantaggio della posizione peggiore di classifica da ribaltare. Nella partita d’andata, disputata sotto il diluvio in un comunale ribollente di tifo, gli amaranto non vanno oltre l’1-1, complice anche un arbitraggio pessimo, rimandando il tutto alla partita di Macerata, dove i nostri eroi, sostenuti da oltre 1500 tifosi aretini non riusciranno nell’ impresa, perdendo anzi con un gol nel finale.
La stagione 97/98 è quella del ritorno degli amaranto in Serie C1. La squadra che nella precedente stagione si era ben comportata, viene notevolmente rinforzata in quei ruoli che apparivano scoperti, viene ingaggiato un portiere come Tardioli, e poi Balducci, Barni, Cipolli e soprattutto un bomber come Pilleddu, che va a sostituire Scichilone, il goleador della precedente stagione . Gli amaranto disputano una stagione di grande regolarità, senza acuti particolari, non lottando mai con convinzione per il 1° posto, ma rimanendo sempre nelle posizioni nobili della classifica e gestendo ad un certo punto una piccola crisi che poteva mettere in discussione la guida tecnica. Il merito di quella squadra fu che nel momento decisivo della stagione, seppe con ferocia, prima conservare il 3° posto finale del campionato impattando 1-1 nello scontro diretto dell’ultima giornata a Teramo (all’ andata era stato uno sciagurato 0-5 casalingo) e mettendosi quindi in posizione di vantaggio nella semifinale dei playoff (sempre contro i teramani). L’Arezzo pareggiò nuovamente a Teramo l’andata 0-0 e vinse il ritorno disputato al comunale 1-0 e qualificandosi per la finale di Pistoia, dove l’incredibile epilogo di Rimini (i padroni di casa secondi in campionato persero al 90’ con lo Spezia) ci regalò il vantaggio della posizione di classifica nella finalissima. Qui oltre 6000 tifosi invasero Pistoia con ogni mezzo, e nonostante un arbitraggio infelice riuscirono ad avere la meglio sugli aquilotti per 2-1, conquistando finalmente la C1. Baiocchi, Balducci R., Balducci A., Barni, Campanile, Cerqueti, Chiarini, Cipolli, Di Loreto, Firli, Foschi, Graziani, Grilli, Lupo, Marfeo, Mearini, Micheli, Minghelli, Mundula, Niola, Palmieri, Pilleddu, Signorini, Spinelli, Tazzi e Tardioli furono i protagonisti. La quarta stagione di Cosmi sulla panchina dell’Arezzo vide il cambio della guardia alla guida della società con l’avvento di Giovanni Bovini alla presidenza. La rosa allestita, probabilmente rese molto meno del previsto e gli amaranto si accontentarono di una posizione di rincalzo in classifica, nonostante che, al solito gruppo storico della squadra, si fossero aggiunti giocatori come Zampagna, Lorenzo, Smanio,Massara, Giacobbo e Rinino. Raramente in quella stagione si videro partite giocate con la rabbia giusta, quella per vincere e il campionato scivolò via malinconicamente. Andreotti, Baiocchi, Barni, Caverzan, Cerqueti, Cipolli, De Mattei, Di Loreto, Ferro, Giacobbo, Giandomenico, Graziani, Grilli, Lorenzo, Lupo, Martinetti, Massara, Mearini, Menchetti, Morelli, Mundula, Pagliuca, Pilleddu, Recchi, Rinino, Sacchetti, Smanio, G.Spinelli, S.Spinelli, Tardioli, Zampagna.
Il 1999/2000 fu il 5° e ultimo campionato di Serse nella panchina dell’Arezzo, fu anche il campionato del grande rimpianto, una bella squadra, un grande Bomber come Bazzani e tanti ragazzi al culmine della loro carriera in amaranto, pronti per spiccare il volo nelle categorie superiori, come Tardioli, Di Loreto, Tarana, Grilli, oltre che l’esperienza di un giocatore come Bacci.
Una squadra che trovava il gol con grande facilità ma che forse peccava in cattiveria, in effetti la ferocia, che nel 3° anno di Cosmi ci aveva fatto vincere (o non perdere) gli scontri decisivi nei playoff, fu la grande assente nello spareggio decisivo con l’Ancona di una nostra conoscenza. La squadra durante tutta la stagione giocò un bel calcio, forse il più bello del quinquennio cosmico, ma paradossalmente mancava l’anima di quel condottiero, probabilmente la consapevolezza in molti di essere alla fine del ciclo tolse quell’ultima spinta per il ritorno in Serie B. Ecco dunque il 5° posto finale e playoff da sfavoriti con l’Ancona. All’andata ad Arezzo il vantaggio di Rinino ed il pareggio con una autorete di Ottolina contribuiscono a spegnere i nostri entusiasmi. Nel ritorno giocato al dorico, gli amaranto accompagnati dal solito esodo di tifosi, dopo un primo tempo sottotono riuscirono a passare con Bacci. Qualche decisione dubbia dell’arbitro e il pareggio di Corallo, a cui seguì l’espulsione di Bacci, indirizzarono la partita e il sigillo finale di Terrevoli chiuse la stagione dell’Arezzo e il ciclo di Cosmi alla guida degli amaranto. Sicuramente una bella storia, tanta stima e rispetto fra il pubblico aretino e l’allenatore, un Uomo vero che ha saputo guadagnarsi l’affetto di una piazza diffidente, superando anche la rivalità che c’è fra Arezzo e Perugia.
di Vecchia Guardia