21ma GIORNATA: UN’ALTRA OCCASIONE PERSA


L’AREZZO inizia l’anno nuovo con un magro 0-0, frutto di una prestazione discreta, per agonismo, nel primo tempo e scialba, in considerazione degli eventi, nella ripresa; in superiorità numerica per tutto il secondo tempo, gli amaranto non riescono ad aver ragione dei coriacei marchigiani allenati da mister Stellone. In una giornata magra di segnature (solo 13 reti realizzate), con 6 pareggi (due 1-1 e ben 4 0-0) e 4 vittorie casalinghe, dove spicca la vittoria della Torres sul Pescara, dell’Entella (nuova capolista solitaria) ed il pareggio a reti bianche, oltre che dell’Arezzo, anche della Ternana, per una classifica che si allunga leggermente nelle primissime posizioni:

Ancora una volta tutta da interpretare la formazione iniziale schierata da Mister Troise: senza un centravanti di ruolo, in una partita che, visti i risultati di giornata, poteva davvero rappresentare un trampolino di lancio forse decisivo, l’allenatore napoletano conferma la scarsa attitudine alla continuità, anzi, in realtà una certa continuità c’è: la confusione generata da formazioni intrise di grosse personalità (Guccione, Pattarello, Chiosa in primis) ma senza schemi di gioco definiti e, mi vien da dire senza un’anima! Il furore agonistico con la quale viene approcciata la gara (ma la prima occasione è della Vis Pesaro!) dura poco più di mezz’ora: prima l’infortunio di Renzi che manda ancora più in confusione Troise (ingresso di Gilli, che ha dimostrato di essere un buon giocatore,, ma è un difensore e non un centrocampista), poi l’espulsione – più cercata e trovata da Guccione che per fallo diretto del marchigiano Coppola), che in qualche modo sembra “spengere” le idee di mister e giocatori amaranto. Cambi di modulo continui, con Santoro che di fatto rimane l’unico centrocampista, visto che Mawuli sembra giocare una partita più da prima punta che a supporto del compagno di reparto, Pattarello, Tavernelli – forse il migliore in campo – Gucci e Ogunseye davanti, con Righetti, Chiosa, Montini e, appunto, Gilli. Le domande, ormai, non si contano più; la prima immancabile si fa male un centr4ocampista ad inizio partita, perché non mettere un pari ruolo? Altra domanda, immancabile pure questa: perché invece di mettere un ectoplasma a fare da centravanti (più che altro a provare di fare il centravanti), perché non inserire subito Gucci, che la porta – vedi lo scorso anno – la vede e la sente? Io non so se in società si leggono i commenti dei tifosi, se si guarda al calo costante degli spettatori paganti (gli abbonati, che ci siano o non ci siano, valgono comunque uno!), se si vedono le facce e si sentono i borbottii all’uscita dallo stadio dopo la partita, ma che il malcontento, malcelato, dei tifosi c’è ed è evidente, è sotto gli occhi di tutti, almeno per coloro che vogliono vedere. E qui sovviene la terza domanda, ancora una volta immancabile: siamo sicuri che lo spogliatoio stia con Troise? La risposta, purtroppo, o per fortuna, sta chiusa all’interno dello spogliatoio, magari bisbigliata sotto la doccia per non farsi sentire, ma di sicuro qualche mugugno ci potrebbe stare, eccome.
Per fare dei buoni cannelloni al forno, diceva mia madre, ci vogliono tre cose semplici: dei buoni ingredienti, un buon sugo, un forno che funziona. Tradotto in termini calcistici, potrei dire che per fare una squadra vincente occorrono buoni giocatori (gli ingredienti), un buon allenatore (il sugo), una società solida (il forno che funziona). Noi, ed è la mia impressione, ne abbiamo due: gli ingredienti e il forno: manca il buon sugo, perciò, alla fine, che si vinca, si pareggi o si perda, i cannelloni escono sciapi.
Il campionato offre un’occasione forse irripetibile, ma noi ci accontenteremo di alzare l’asticella, con molta spesa in più e qualche risultato in meno.
Buon anno a tutti e comunque, sempre e dovunque FORZA AREZZO!

di Patrizio Blonda