Alò che s’arbeve: trasferta ad Ancona !
Ancona è la città capoluogo delle Marche, affacciata nel mar Adriatico, viene fondata nel 387 a.C. dai greci siracusani con il nome di “Ankón”. Dopo il periodo greco che la rese un’importante colonia, ci fu il periodo romano e poi quello bizantino di cui ne resta traccia nei vari monumenti cittadini, Dopo l’anno 1000 conobbe un periodo di particolare ricchezza, infatti, divenne una repubblica marinara, con molti commerci, soprattutto con l’oriente. Città di mare, città di porto, città di colline e tenacia, città di arte, cultura, storia e tradizioni, un gioco di luce e sfumature cromatiche, contrasti e convergenze, un luogo dall’anima complessa e sfaccettata. Sorveglia il mare dall’alto, eretta sul suo promontorio curvato che protegge il porto naturale dell’Adriatico Centrale. Per i tifosi amaranto che visitano Ancona imperdibili sono: la Piazza del Plebiscito che è situata nel centro storico, qui si incontravano i confini dei tre terzieri, la sua forma è davvero particolare è, infatti rettangolare, molto allungata e si sviluppa su vari livelli, collegati tra loro da rampe e scalinate, su di essa si affacciano i più importanti monumenti della città: il Palazzo del Governo, con la torre di piazza, la chiesa di San Domenico, in più qui si affacciano i più importanti palazzi nobiliari. Il Palazzo degli Anziani che è un palazzo con origini antichissime: è il primo edificio di Ancona, dal 2014 è attivo un ascensore pubblico gratuito, che porta dalla piazza lato mare alla piazza Stracca, dove si trova l’ingresso dell’edificio. Il Mercato delle Erbe è una pregevole struttura in stile liberty in ferro e ghisa, un luogo suggestivo dove si respira l’autentica Ancona. Il Faro di Ancona si trova sul colle dei Cappuccini, all’interno del Parco del Cardeto, dal 1972 è sempre attivo e svolge le sue funzioni, situato a 104 metri sul livello del mare, ha un’altezza di 15 m e la forma di torre quadrata con i vertici diretti verso i quattro punti cardinali, da qui si gode un panorama mozzafiato.
Il Porto antico: I Dori, che nel 387 a.C. fondarono la città di Ancona, si fermarono in questo luogo per le possibilità che il porto naturale offriva, la costa, infatti, forma un gomito, da cui il nome Ancona (Ankòn, in lingua greca significa “gomito”). Il Porto antico è pieno di vita, di movida, di mare e di storia, è uno dei luoghi imperdibili della città. Il Viale della Vittoria invece collega i quartieri del Novecento alla città ottocentesca e al porto, realizzato durante il ventennio, è oggi uno dei viali prediletti dai turisti, una bella passeggiata che collega i due mari di Ancona. Il Monumento ai Caduti è posto al termine del lungo viale della Vittoria ed è collegato alla sottostante spiaggia del Passetto attraverso un’ampia scalinata che si divide in due rampe semicircolari, venne inaugurato il 3 novembre 1932, situato in uno dei punti più suggestivi della città, l’opera, segno di equilibrio ed eleganza, si pone come chiusura scenografica del viale della Vittoria, è il luogo simbolo della città e da qui si scende fino al mare e alle grotte del Passetto.
Le Grotte del Passetto sono costruzioni uniche e caratteristiche, sono affacciate sul mare, sono oltre 500 e si estendono lungo la costa rappresentando un raro esempio di architettura marinara spontanea armoniosamente inserita in un ambiente naturale, sono state scavate nella roccia nella metà dell’Ottocento, è un luogo magico. Ancona ha un’antica tradizione gastronomica, i piatti tipici derivano dalla varietà del pescato locale, oltre che ai prodotti dell’entroterra marchigiano. Da assaggiare assolutamente i I Cannelli gratinati alla anconetana, che sono un antipasto di Cannolicchi dal gusto speciale, un vero piatto della tradizione, le Crocette in porchetta, sono conchiglie dette “piede di pellicano, gli Stroncatelli, sono degli spaghetti lunghi e sottili a base di farina di grano duro, sale e poche uova, gli Spaghetti alle Erbe Straginate conerbe di campo miste (bietole, cicoria, grispigni, spinaci, cime di rapa, ortica ecc..) lessate insieme a una patata e ripassate poi in padella con olio, aglio e peperoncino, gli Spaghetti Alici e Paccasassi, questo finocchio marino, cresce spontaneo tra le rocce del Conero, il seme trasportato dal vento si insinua tra le fenditure degli scogli adiacenti al mare, e lì attecchisce, gli Spaghetti coi Moscioli selvatici di Portonovo, c’è un tratto di costa della Riviera del Conero, che va da Pietralacroce ai Sassi Neri di Sirolo famoso per la pesca dei “moscioli“, altrove si chiamano cozze, ma nella Riviera di Ancona si chiama mosciolo.
Ad Ancona il mosciolo è considerato parte integrante della cultura cittadina, pescare i moscioli con pinne, maschera è un retaggio culturale che si passa di padre in figlio, e le signore in cucina sanno come prepararli seguendo le indicazioni della tradizione. I Ciavattoni allo scoglio, sono dei grandi maccheroni fatti a mano conditi con frutti di mare e crostacei, i Racchiusi alla pescatora ravioloni di mare di pasta all’uovo farcita con una spuma di pesci pregiati, i Strigoli ai gamberetti, le Chitarrine ai Gamberi, Nocchie e Raguse. Anche ad Ancona si fanno e si mangiano i Vincisgrassi e la sua composizione è costituita da sfoglie di pasta fatta in casa in cui vengono alternati strati di ragù marchigiano e besciamella. La differenza di quelli alla anconetana è nel ragù dove la carne non viene macinata ma viene solo tagliata grossolanamente e la besciamella è molto più densa, rispetto a quella classica, che rende la preparazione più compatta, questa versione di Ancona inoltre è arricchita da spezie quali chiodi di garofano, noce moscata e le sfoglie di pasta sono aromatizzate con marsala e vino verdicchio cotto. Come secondi di pesce Lo Stoccafisso all’anconetana è il piatto simbolo di questa città, dal 1600 legato alla tradizione delle famiglie dei pescatori e negli anni è approdato sui tavoli delle cantine, nelle trattorie e più tardi nei ristoranti. Ad Ancona lo stocco arrivava con le navi che trafficavano con i porti inglesi e del mare del Nord e tra questi i vascelli dell’armatore fiammingo Balthasar Van der Goes: un faccendiere, mercante che diventò importatore diretto di stoccafisso dal Mare del Nord, ad Ancona.
I Bombetti in porchetta sono dei lumaconi di mare molto apprezzati, un piatto dal sapore unico dato dal finocchio selvatico, la Saraghina a scottadeto, ossia cotta sulla brace e mangiata caldissima, le Seppie piselli e Varolo al forno (nome locale della spigola), poi Astici ai peperoni dolci, il Baccalà con salsa verde, i Moscioli di Portonovo alla marinara, la Crocetta in porchetta che è un mollusco soffritto con l’aglio, finocchio tritato, rosmarino e vino bianco. Anche ad Ancona non manca il famoso Brodetto, una zuppa di mare che racchiude tutti i profumi e i sapori del porto, qui la tradizione impone 13 diverse qualità di pesce della zona, una zuppa che si presenta più densa delle altre zuppe marchigiane. Dopo un bel piatto di pesce io consiglio una grande etichetta dei Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG. Il Verdicchio nella versione Riserva esprime il grande potenziale che caratterizza e distingue uno dei più grandi vini bianchi italiani e non solo, una bottiglia dalle percezioni olfattive delicatamente fruttate, con note vegetali e minerali in continua evoluzione, un colore tenue dalle ”nuances” verdoline, l’olfatto è fruttato, il gusto è fresco e sapido, lascia un sublime retrogusto di mandorla, al naso esprime un ampio bouquet di ginestra, camomilla, albicocca matura, ananas e pesca con piacevoli sentori di menta selvatica, salvia e nocciola. In bocca colpisce per la sua eleganza: asciutto e fresco. Un bianco che è un’opera d’arte che dura nel tempo.
Ad Ancona deliziosi sono anche i dolci tipici, il Ciambellò, è il ciambellone all’anconetana, un dolce che ha una forma schiacciata, col succo di arancia, ricco di nutella e profuma di anice, i Cremini fritti, ripieni di crema pasticcera, la Cicerchiata un composto di piccole sfere di farina, uova, zucchero ed anice, che vengono fritte e ricoperte di miele e mandorle, Le Zeppole ciambelline realizzate con il lievito di birra e fritte, le Castagnole ripiene di crema, i Calcioni ripieni di ricotta e zucchero, Lu serpe pasta di mandorle ricoperta da glassa di uovo e decorazioni di cioccolato, la Lonzetta di fico con un impasto a forma di salame con fichi secchi, noci mandorle e semi di anice.
Dove andare a mangiare ad Ancona? Iniziamo con i consigli!
Per gli amanti del pesce fresco io consiglio questi ristoranti: Vino e Cucina Miscia. Solo chi ama veramente mangiare pesce, quello “vero”, fresco, pescato nei nostri mari, non di allevamento, cucinato senza artefattemanipolazioni, apprezzerà appieno la cucina di Miscia, da anni senza dubbio il miglior ristorante di pesce di Ancona. O Acqua O Vino ristorante posticino eccezionale, piatti tipici, curati e materie prime eccellenti, I piatti proposti sono sempre vari, gustosi, e con legami fortissimi al territorio, alla tradizione, alla genuinità. La Vecchia Osteria è un locale storico che si trova in centro, da sempre rinomato per la cucina di pesce ottima materia prima, strepitoso il brodetto, il migliore di Ancona. Per gli amanti della carne io consiglio il ristorante La Tavola del Carmine, cucina e griglia a vista, i primi fatti in casa buonissimi e la grigliata preparata davanti agli occhi, specialità con carne di produzione propria che risulta particolarmente prelibata e cotta alla perfezione.
E dopo aver mangiato e bevuto il verdicchio tutti a incitare gli amaranto allo Stadio del Conero, stadio costruito nell’anno 1992 in seguito alla prima storica promozione dell’Ancona Calcio in Serie A.
Forza Arezzo, vinci per Noi!
A cura di Leo