Alò che s’arbeve – Trasferta di Civita Castellana

cattedrale di Santa Maria Maggiore

I 400 tifosi amaranto troveranno la città di Civita Castellana che si erge solitaria sopra un altopiano di un grande sperone di tufo tra le profonde gole del fiume Treja. Disposta al centro del territorio anticamente denominato Ager Faliscus, offre al visitatore una suggestiva vista sul Monte Soratte e dal lato opposto sui Monti Sabatini e Cimini. Tutto intorno alla cittadina, si estendono le verdi colline, della campagna della Tuscia, che donano al paesaggio un aspetto sereno e rilassante. La storia di Civita Castellana, inizia con i Falisci, un’antica popolazione che abitava l’Italia centrale, un popolo di guerrieri da sempre, che si scontrarono con i vicini antichi romani, uscendone inevitabilmente sconfitti. Da qui l’abbandono del sito fortificato di Falerii Veteres, I secoli successivi videro un periodo sostanzialmente di pace, anche se Civita Castellana vide passare tra le sue strade, le truppe francesi del generale napoleonico Mac Donald, i garibaldini diretti a Mentana e lo stesso Vittorio Emanuele. Da visitare nel centro storico, il Forte Sangallo che ospita il Museo Archeologico dell’Agro Falisco, l’edificio fu costruito su ordine di Alessandro VI Borgia, ed è un affascinante esempio di architettura rinascimentale, è una delle più rilevanti opere militari d‘Italia della fine del  ‘500, diventa anche un carcere, prima politico poi militare, infine nella seconda guerra mondiale viene usato come rifugio per gli sfollati, dietro al Forte Sangallo, dal ponte che sorvola il fossato, il panorama si estende per chilometri fino al Monte Soratte, questa magnifica visione è stata riportata dal celebre scrittore tedesco Wolfgang von Goethe, che qui abitò. Un altro monumento da vedere è il Duomo dei Cosmati, costruito da una delle più importanti famiglie di Roma i Cosmati, la suggestiva cattedrale risale al XII secolo, ed è un esempio di elegante archittetura romanica, La bellezza della cattedrale, come contenitore di arte, è notevole; si distinguono per importanza, il portico con i tre portali del 1200, il pavimento cosmatesco, un affresco del XI secolo e il sarcofago romano del IV secolo che funge da altare. Come riportato dalla targa, il compositore Mozart, durante il ritorno da Roma, passò a Civita e suonò l’organo del duomo davanti ai fedeli sbalorditi. Da non perdere è anche il Ponte Clementino, un bel ponte a tre volte di 40 metri di altezza, un ponte suggestivo che collega le due parti della città, affascinante percorrerlo vedendo al di sotto l’orrido che divide le sponde e fa la cascata, il Ponte Clementino, offre panorami di una bellezza unica, la vegetazione delle forre è rigogliosa e sottolinea lo scorrere delle acque nel loro percorso. Un paesaggio che ha affascinato i grandi viaggiatori del passato che percorrevano la via Flaminia fino a Roma e che lo hanno descritto e rappresentato in numerose opere d’arte. Civita Castellana è stata da sempre denominata la “Città della Ceramica” ma, fu in epoca moderna, che grazie ad un imprenditore veneto, Giuseppe Trevisan, divenne la più importante città di ceramica di tutto il centro Italia.

Forte Sangallo

I Piatti tipici di Civita Castellana sono molto variegati e risentono dell’influenza di varie culture poiché il territorio si trova sul confine con la provincia di Rieti, con l’Umbria e vicino alla provincia di Roma. Intorno a Civita Castellana si estendono grandi pascoli, un territorio un tempo occupato da importanti civiltà, quella etrusca e falisca di cui rimangono preziose testimonianze, Il Caciocavallo vaccino al 100% è il più caratteristico prodotto caseario della zona di Civita, è un formaggio top, a pasta filata dura e stagionato fino a 6 mesi. Gli Antipasti speciali da assaggiare  sono la Pizza con i fiori di zucca, i mitici Carciofi alla Giudea con la maggiorana, Il Ferlengo di Tarquinia che è un fungo tipico del sottobosco locale, un’eccellenza di questa terra, Il Guanciale casereccio è un guanciale selezionato che ti conquista già dal profumo, Il Prosciutto di montagna, che viene stagionato per un periodo di 13 mesi secondo una proverbiale ricetta, la Salamella della Fortuna prodotta nei monti Cimini solo con carne di puro suino, il Frustino del contadino, caratteristico salame dalla forma allungata che somiglia ad un frustino, le Salsicce al tartufo, la Pizza con l’erba, rotoli di pizza ripieni di cicoria, la Bruschetta ammazzasocere il nome è una garanzia. Nei Primi piatti tipici troviamo i Frittelloni, una specie di raviolo con pecorino romano grattugiato e un pezzetto di lardo di maiale dentro all’impasto, le Fettuccine alla papalina, il suo ispiratore: Papa Pio XII, chiese ed ottenne dai cuochi di corte una pietanza simile alla carbonara ma più soffice e delicata con piselli, la Stracciatella in brodo di pollo, le Frittelle di foglie di borragine ripiene di mozzarella e acciughe, i Ravioli fritti con la ricotta, I Rigatoni con la pajata, le Fettuccine all’Uovo d’oca, i Ravioli ripieni di burrata e noci, i Tagliolini alla gricia, gli Spaghetti cacio e pepe.  Come secondi piatti da non perdere: la Trippa alla romana con foglie di menta e pecorino romano è un piatto molto antico, infatti i romani ne facevano un abbondante uso, nella Tuscia la arrostivano alla brace, mentre i romani la usavano per preparare le “salsicce di trippa”, l’Abbacchio scottadito alla brace morbidissimo, non ha bisogno di presentazioni, la Coratella d’abbacchio con le cipolle, dal sapore profondo, le Cotolette di agnello col fritto di carciofi, il Timballo un pasticcio al forno che può contenere di tutto: pasta, riso, verdure, carne, patate, la Frittata con asparagi e luppolo con fave e pecorino romano, le Fronne con patate cipolla e pancetta insaporiti e tagliati a pezzi grossolani.

– abbacchio a scottadito –

I Dolci tipici più famosi sono: la Crema di Marroni da gustare sul pane o meglio ancora a cucchiaiate, le Ciambelline al vino, i Cazzotti con cacao, le Castagne dei Cimini sono le più buone del mondo, provare per credere!… la Nociata Viterbese servita su una foglia di alloro accompagnata dal liquore alla frutta, i Schiaffi di Papa Urbano al cioccolato bianco, le Fave dei morti, biscotti sottili a base di mandorle i Tozzetti al Cioccolato rimangono il dolce più classico e famoso, sono dei biscotti secchi con le nocciole dei Monti Cimini, da inzuppare con un aleatico barriccato, i Gnocchi Lerci, sono maccheroni con noci e cioccolata fondente triturati, cacao dolce, rhum, aldilà del nome sono buonissimi. Con la denominazione Colli etruschi viterbesi sono qualificati tutti i vini provenienti dalla provincia omonima. Bianco, Rosso, Rosato, Procanico, Grechetto, Rossetto, Moscatello, Violone, Canaiolo e Merlot: sono vini dai profumi delicati, armonici, dagli odori e dai sapori vellutati e secchi. Una super etichetta che sfonda, come fa Pattarello è il Vino MONTIANO FALESCO, uve Merlot 100% di Montefiascone Il suo colore esprime un magnifico rubino profondo, presenta profumi a larghissimo spettro aromatico in cui si fondono deliziose note di vaniglia, piccoli frutti rossi, strati di confettura e prime complessità di spezie dolci. Al palato appare di completa aristocratica rotondità e morbidezza, tipica del Merlot, assai elegante nei sapori, di particolare godibilità e persistenza gustativa… un capolavoro da comprare. Per i tifosi amaranto che vogliono assaggiare queste sublimi specialità tipiche io consiglio il Ristorante: Da Bastiano Trattoria,  il pranzo in questa trattoria tipica è davvero un’esperienza stupenda: le proposte sono piatti delle tradizione locale, taglieri di salumi, bruschettine e formaggi locali strepitosi, ottimi primi piatti della cucina della Tuscia serviti in padelle, cucina rustica al limite della perfezione, piatti abbondanti e qualità, prezzo fantastico, Il locale è piccolo ma accogliente e gradevole, specialità da non perdere; un Cacio e pepe meraviglioso. E dopo aver bevuto una Grappa di Prugne offerta, tutti allo Stadio Turiddo Madami e Forza Arezzo!!! Vinci per Noi!


a cura di Leo