Si respira aria nuova nell’Arezzo

L’amarezza per la mancata vittoria del campionato prima, e l’esclusione dai play off immediatamente dopo, unite alle “notizie finanziarie” non proprio ottimali, avevano destato, nel popolo aretinamaranto (per distinguerlo da quanti si disinteressano delle sorti della proprio squadra, o lo fanno solo quando le cose vanno veramente bene), non poche preoccupazioni, tutte palesemente manifestate, a volte anche con toni cruenti, da una e dall’altra parte, sia chiaro, e con uno sciopero dei gruppi organizzati che mai si era “avverato” (spesso annunciato, ma sempre rientrato) nella storia quasi centenaria, ormai, del Cavallino.

Vuoi per l’arrivo di persone competenti, come Paolo Giovannini e Paolo Indiani (ma non dimenticherei il buon secondo Vettori), vuoi per la preparazione estiva effettuata sotto gli occhi di tutti, vuoi per le buone e buone amichevoli – quelle giocate ad Arezzo tutte con ingresso gratuito, merita di essere sottolineato – e vuoi anche per la bella partenza, tutto sembra “abbracciare e coccolare” questa nuova pagina. Lo hanno dimostrato i tifosi, andando in massa ad Orvieto, ed una presenza massiccia al Città di Arezzo domenica scorsa, fatta di oltre 800 abbonati (quindi presenza costante comunque conteggiata), registrate fino a sabato scorso, e 1200 paganti, che non hanno fatto mancare il loro appoggio alla squadra anche nel momento più “buio” della squadra, domenica scorsa, quando ci siamo inopinatamente trovati in svantaggio dopo un dominio assoluto: 5-6 occasione da gol, limpide, per gli amaranto, due, forse due e mezzo occasioni per i maremmani, di cui una trasformata in gol per una sfortunata deviazione e, forse, viziata da un fuorigioco iniziale ed una mano malandrina di Marcheggiani, sfuggiti alla terna arbitrale (apparsa poco sicura in diverse circostanze; mi faccio una domanda, senza trovare una risposta: gli arbitri hanno in dotazione due cartellini: uno giallo e uno rosso: perché l’arbitro, quando Dierna, in più di un’occasione, si è presentato arcigno e a muso duro all’arbitro – autorizzato perché è capitano? – la giacchetta gialla non ha estratto il rosso?).

La reazione, dal 10-15mo minuto in avanti, ha tranquillizzato tutti, e dopo lo splendido pareggio, il meritato vantaggio ha fatto il resto. Difficile trovare, in un contesto in cui la squadra non è apparsa brillante come nella prima giornata, in cui più che la tecnica doveva prevalere il cuore, insieme con l’orgoglio, in cui rischiavi di “offuscare” tutto il buono fatto fino a quel momento, ma proprio la voglia di non subire, passivamente, un’ingiustizia, ha prevalso su tutto, alimentando ancor di più il sogno con cui abbiamo affrontato questa nuova stagione.

Ci siamo così ritrovati, a punteggio pieno, in compagnia di sole due squadre, due sorprese inattese, quali rappresentano, oggi Sangiovannese e Pianese, che lo scorso anno hanno sofferto per tutta la stagione (valdarnesi), o avuto un andamento altalenante (i valdorciani, o amiatini se preferite); per uno strano scherzo del destino, tra l’altro, la Sangiovannese incontrerà, nel campo neutro di Figline – scelta disgraziata sotto ogni profilo – mentre la Pianese sarà di scena a Follonica, contro la squadra battuta domenica scorsa dall’AREZZO. Un incrocio particolare che, se tutto andrà come auspichiamo, potrebbe proiettare l’Arezzo in cima alla classifica, in solitario, come non succede da tempo immemore.

Ma anche sotto il profilo finanziario, il vento sembra voler “spiegare” le vele a favore della società, visto che sono stati fatti, e quasi ultimati, i necessari versamenti dei soci per la copertura della consistente perdita (parola di Guglielmo Manzo), sono stati pagati i compensi di agosto, e presto avranno inizio anche i primi lavori al centro Le Caselle.

Insomma, sembra proprio che l’aria sotto San Cornelio sia tornata salutare. Non ci resta che aver pazienza ed augurarci che, finalmente, si possa tornare su una categoria più consona.

di Patrizio Blonda