È sempre un cantiere aperto: l’Arezzo di ieri, di oggi… di domani?


Siamo alle solite. È questa la frase che si ripetono più spesso tra loro i tifosi.
Eh sì, perché i buoni propositi estivi con il progressivo abbassamento della temperatura climatica e soprattutto affettiva, hanno cominciato a lasciare spazio ad ombre e dubbi. Spaventosamente simili a quelli dello scorso anno. E così la piazza aretina si è raffreddata. Attonita davanti alle prestazioni di una squadra che non ha mai dato la sensazione di essere più forte delle altre, poi proprio ammutolita, tanto che la partita casalinga contro la Pro Livorno si è giocata in un silenzio surreale, che ancora, rievocava la disastrosa, indimenticabile, annata dello scorso anno con gli stadi chiusi. Dopo il timore di non farcela a salvarsi, lo scorso anno, quest’anno cresce il timore di non farcela, a vincere, il massimo campionato dei dilettanti, nonostante lo sforzo economico, quello non è mai mancato, da parte del club. Il che rende tutto ancora più grottesco. Ma il terribile sospetto è che l’esito, purtroppo, possa essere lo stesso.

Le dimissioni del DG De Vito hanno dato il via al taglio delle teste.
La prima a saltare, come da prassi, è stata quella di mister Mariotti. Poi sono stati fatti fuori giocatori come Claudio Sparacello, Domenico Marchetti e Domenico Aliperta. Tre elementi che, per esperienza e curriculum, avrebbero dovuto rappresentare un po’ la colonna portante di questa rosa e che invece, in meno di 2 mesi, sono stati individuati, a torto o a ragione, come gli anelli deboli dell’organico. Ennesimo segnale di grande confusione. I primi due si sono accasati alla Gelbison (per Sparacello si tratta di un ritorno), Aliperta, colui che doveva illuminare il gioco degli amaranto, è stato invece ceduto alla Cavese, dove è chiamato comunque a fare un campionato di vertice. Altri giocatori, fin qui scarsamente utilizzati, come Paride Pinna e Michel Panatti sono dati per partenti..

In amaranto è arrivato un trequartista capace di svariare su tutta la fascia orizzontale (Elio Calderini), un nuovo regista prelevato dal Molfetta (Federico Pizzutelli), una mezzala dal Rieti (Alessandro Marchi) ed un difensore arcigno dal Poggibonsi (Francesco Frosali). Indubbiamente si tratta di buoni rinforzi, prelevati secondo un preciso criterio dal nuovo DS Tromboni. Per conseguire l’obiettivo del primo posto in campionato, probabilmente si cercheranno ulteriori innesti, in difesa, a centrocampo e in attacco. Soprattutto nel reparto offensivo sono previsti nuovi correttivi per fare fronte alla oramai acclarata inconsistenza di Ciro Foggia e di Ramon Muzzi. Ma le domande che sorgono sono queste: a cosa porterà questa ennesima rivoluzione? Sarà capace Sussi di amalgamare in fretta ed in furia un nuovo gruppo di giocatori e di reggere le pressioni di una piazza che sembra aver perso definitivamente la pazienza?


di BlueBob