La Storia siamo Noi – Pino Pellicanò
Dopo la vittoria della Coppa Italia di C del 1981 ed il quinto posto in campionato, l’ambizioso Presidente Terziani non si accontenta più di rimanere in terza serie, ma vuole provare ad andare in cadetteria. Il mister e la squadra sono pronti per il salto di categoria e, pertanto, quell’estate la proprietà decide di non cedere nessuno e di muoversi pochissimo sul mercato in entrata. Infatti arrivano Lombardo dal Torino e, soprattutto, il portiere titolare che si chiama Giuseppe Pellicanò, ma che dall’estate del 1981 diventerà per tutta Arezzo solo e soltanto Pino!
Nativo di Reggio Calabria, Pellicanò arrivò ad Arezzo con un buon bagaglio di esperienza, avendo militato nella Fiorentina come riserva di Giovanni Galli ed avendo maturato esperienze importanti a Montecatini Terme ed a Empoli. Nell’estate 1981 aveva già 27 anni, ma proprio in maglia amaranto cominciò la parte più importante della sua carriera, infatti al primo anno ottenne immediatamente la promozione in Serie B, mettendosi in evidenza come uno dei migliori portieri della C.
L’anno dopo in B mise in evidenza le sue grandi doti atletiche ed in particolare divenne famoso per per la sua abilità nel neutralizzare i rigori (ne parò 12 su 13) ed a fine stagione ottenne anche il prestigioso premio del “Cavallino D’Oro”. In amaranto vinse anche un importante premio umanitario dalla Confraternita della Misericordia di Cortona perchè in un Cagliari-Arezzo del 9 dicembre 1984, durante una fase di gioco soccorse un avversario che stava rischiando di soffocare e prese un goal a porta vuota.
Rimase in amaranto fino alla stagione 1984/85 per poi fare il grande salto in Serie A con le maglie di Bari e Fiorentina.
Ma Pino era rimasto legato ad Arezzo, dove, oltretutto, viveva la famiglia, e tornò al capezzale dell’Arezzo nelle stagioni della ripartenza in Serie D scendendo anche in campo a quasi 40 anni per difendere i pali della “sua” squadra nel 93/94 e nel 94/95, annata nella quale guidò l’Arezzo anche dalla panchina.
In un’altra stagione disgraziata per i colori amaranto, il 2001-2002, ancora una volta Pino in un ultimo travagliatissimo mese di campionato, guidò gli amaranto ad una salvezza insperata andando ad espugnare Carrara, in quel famoso play out di cui ancora si parla a distanza di 20 anni!
“Pellicanò è stato il portiere che più mi ha fatto gioire allo stadio. Come non ricordare il rigore parato a Morbiducci (che ci tenne in partita a pochi minuti dal termine) sotto la curva aretina in quel di Perugia? E il pareggio nel recupero di Traini fu l’apoteosi… PINO… PINO…. PINO…. era il grido che lo accompagnava immancabilmente quando veniva a difendere la porta sotto la nostra curva. Arrivato ad Arezzo l’anno del campionato vittorioso di C1 81/82, ha difeso la nostra porta fino all’84/85, credo che detenga ancora il record di imbattibilità con oltre 770 minuti. Era un portiere costante nell’alto rendimento, reattivo fisicamente e molto bravo nel parare i calci di rigore. Il primo anno di serie B ne furono tirati contro 13, e solo all’ultimo minuto dell’ultima giornata riuscirono a batterlo, con il pubblico in campo pronto a fare festa. Da Arezzo si trasferì al Bari in serie A, chiudendo la carriera da protagonista nella sua Fiorentina. Ad Arezzo ha giocato ancora negli anni del CND dimostrando, se ancora ci fosse stato bisogno, il suo carattere generoso che lo ha sempre fatto benvolere da tutti. Sicuramente il n.1 che ricordo con maggiore affetto”. (Tratto da Pillole Amaranto – I numeri 1 del 9/01/2020)
Per tutti noi Pellicanò (che ha vestito la maglia amaranto per 160 volte) ha rappresentato il Portiere per antomasia perchè era scaltro, sicuro, agile ed aveva una tecnica nel parare i rigori, che lo rendeva insuperabile e, poi, è entrato nel cuore di tutti gli Aretini per il suo grande amore per la nostra maglia e perchè lui è e sarà sempre solo e soltanto Pino!!
di David Bondi