I pensieri del tifoso
Domani iniziano i playout per la salvezza, è un pensiero che con rammarico mi è passato per la mente perché pur essendo un traguardo minimale, noi tifosi amaranto avremmo dato tutto pur di esserci. Sembra passato un secolo, ma il tempo non passa mai dalla disastrosa partita di Cesena (e da quella con il Ravenna verrebbe da dire), e ci troviamo a scorrere le giornate senza poter parlare con piacere di calcio, a meno di non ritenere i vuoti comunicati della società o i pissi pissi, che trapelano stranamente a parte della stampa, meritevoli del commento dei tifosi. Io come tifoso sono preoccupato, la strada intrapresa non mi sembra quella che sarebbe necessaria, ovvero una grande unità di vedute e intenti, ingredienti indispensabili per ripartire subito alla caccia di quello che abbiamo perduto.
Dalle dichiarazioni della società, confermate dal colloquio avuto con Orgoglio Amaranto sembra che il problema più grosso sia ridimensionare nel ruolo chi ha gestito la direzione sportiva con scarsi risultati. La stessa società che in un primo momento si era affrettata a buttare a mare i giocatori addossando loro ogni responsabilità e assolto chi li aveva messi insieme, sembrerebbe che ora sottotraccia stia avendo colloqui con alcuni di loro per sondare la disponibilità a fare parte della rosa anche la prossima stagione (non solo gli under, cosa che avrebbe un senso, ma anche atleti a cui forse cambiare aria potrebbe fare bene).
Qui non è il problema di purghe o punizioni, ma nel non voler mettere alla guida della macchina organizzativa della direzione sportiva della società, che è il fulcro su cui si muovono tutte le componenti che fanno funzionare il giocattolo, una figura altamente qualificata ed esperta in quel ruolo, ponendo già i presupposti a una partenza di stagione sbagliata che il tifoso amaranto non intende piu’ sopportare, senza considerare poi che la frattura fra la tifoseria e Muzzi e De Vito (e quindi la società) può essere il detonatore di una situazione che non ammette errori nella costruzione della rosa. Anche il nome di quello che pare il più papabile a essere prescelto (Mariotti) non è sicuramente uno che scalda la piazza, e leggendo il suo curriculum non è certo quella figura di allenatore vincente che mi sarei aspettato alla guida della mia squadra, la prossima stagione conta solo vincere e per far questo ci vuole il meglio in ogni ruolo.
di Vecchia Guardia