Amara sconfitta: una crisi annunciata


Nonostante una classifica che, sulla carta, non sarebbe disastrosa, la squadra di Troise non ha mai realmente convinto. Fin dall’inizio della stagione, il percorso è stato segnato da prestazioni altalenanti, buone individualità non supportate dal gioco di squadra, e una fragilità caratteriale che continua a emergere nei momenti decisivi. Le parate di Trombini e qualche colpo di fortuna – o “il culo di Troise”, come dicono i più cinici – hanno mascherato per un po’ i limiti di un gruppo che fatica a esprimere un’identità chiara sul campo.

Dopo le sei reti subite tra Vis Pesaro e Pineto nelle prime giornate, il rigore al 90’ di Pattarello contro il Legnago sembrava aver salvato il tecnico dal baratro. Tuttavia, il successivo andamento della squadra non ha mai dato segnali di reale ripresa. A novembre, un nuovo crollo: tre punti in cinque partite, una sonora sconfitta nel derby di campionato e un ritiro punitivo, seguito però da un’inaspettata vittoria nel derby di Coppa.

E ora eccoci a un’altra crisi: un solo punto raccolto nelle ultime tre partite casalinghe. Anche la vittoria esterna contro il Legnago appare come un palliativo, considerando che i veneti, tra problemi di classifica, infortuni e partenze illustri (tra cui il capitano), sembravano quasi non essere scesi in campo.

Come sottolinea Andrea Avato su Facebook, questo era – almeno fino a pochi mesi fa – un gruppo sano. Ma qualcosa si è rotto. Gucci, tra i migliori professionisti visti in amaranto, è diventato un problema, così come Settembrini, probabilmente il miglior capitano dell’era moderna. Il gruppo non era marcio, ma sembra essere stato lasciato marcire. E, in tutto questo, pesa l’assenza di un direttore generale di esperienza, capace in passato di ricucire i rapporti tra squadra, società e tifosi.

Le paure estive legate alla nomina di Nello non erano tanto legate al suo profilo tecnico – da direttore sportivo si è rivelato competente, con colpi di mercato quasi sempre azzeccati (Del Fabro a parte) – quanto alla gestione del gruppo. E i fatti stanno dando ragione agli scettici.
La conferenza stampa di ieri sera è stata un momento imbarazzante. Nello, apparso come un “yes-man” del presidente, ha attaccato il gruppo che lui stesso ha contribuito a costruire. Un atteggiamento che rischia di incrinare ulteriormente i rapporti con i giocatori, già in bilico. Fossi nei loro panni, non vorrei più vederlo nello spogliatoio.

Se c’è un aspetto che a me è piaciuto è l’atteggiamento del presidente. Certo, arrabbiato e sopra le righe, ma anche paterno e, rispetto al passato, più saggio. Ha fatto sentire la sua presenza e, in un momento come questo, è ciò di cui la società ha bisogno.

La situazione è grave. Serve un cambio di passo immediato, non solo sul campo ma anche nella gestione dei rapporti interni. Senza unità e senza una guida forte, questa squadra continuerà a perdere pezzi e fiducia, e con essa anche il supporto dei tifosi.

di Cesare