Alò che s’arbeve: trasferta a Rimini!

La storia di Rimini iniziò nel 286 a.c. esattamente alle foci dell’attuale fiume Marecchia, allora chiamato Ariminus, quando i Romani fondarono una Colonia di Diritto Latino, che prese il nome dal fiume Ariminum. La zona era stata già abitata da Etruschi, Umbri, Greci, Piceni, Sanniti e Galli, pertanto pronta ad evolversi attraverso la più ricca ed evoluta civiltà romana. Il vero splendore di Rimini infatti è stato nell’epoca dei Romani, è stato un’importante rotta di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia e proprio da Rimini partivano le tre più importanti vie romane. Con l’avvento di Augusto e Adriano Rimini visse il momento più splendente tanto che a questo periodo risalgono le opere più prestigiose che tutt’ora possiamo ammirare: Augusto amò Rimini e proprio in segno di riconoscenza verso di lui fu eretto il grande Arco trionfale, oggi detto Arco d’Augusto. Tiberio invece portò a termine la costruzione del ponte sul Marecchia l’attuale Ponte di Tiberio.


Con la caduta dell’Impero Romano, Rimini venne travolta dalla guerra gotica e venne liberata dal generale bizantino Narsete, a Rimini si trovano infatti ancora alcune tracce dell’Impero Bizantino, nello stesso periodo arrivarono in città artisti e uomini di pensiero come Giotto di cui rimane un crocifisso e un affresco conservata nella Chiesa di Sant’Agostino. Dopo le piraterie dei Saraceni capeggiati dal celebre Sabba seguirono per la città secoli di terrore, devastazione, lotte ed assedi sanguinosi. Rimini fu contesa da Longobardi, Franchi, Normanni e Svevi pro o contro il Papato. Solo con l’avvento dei Malatesta la città tornò a splendere e a godere dell’antico fasto. I Malatesta giunsero a Rimini per la prima volta nel 1216 e per circa tre secoli dominarono la città, poi nel 1503 vendettero Rimini ai Veneziani che sei anni dopo la restituirono alla Chiesa, che l’ha posseduta fino ai tempi della Rivoluzione francese. Nel mese di Marzo del 1860 Rimini votò in un solenne plebiscito la propria unione con il Regno d’Italia sotto il governo piemontese. Finita la seconda guerra Rimini, ha saputo ricostruirsi e diventare la capitale del divertimento e delle vacanze al mare. Oltre 2 secoli ricchi di storia hanno lasciato tracce indelebili nel centro di Rimini, dove in pochi passi si spazia dall’antica Roma ai fasti del Rinascimento, ai Malatesta e al fascino delle atmosfere felliniane. Tutto questo a pochi minuti dalle spiagge sterminate, dai luoghi della movida, dalle discoteche, dai ristoranti, dalle passeggiate lungomare e dai parchi divertimento più frequentati d‘Europa. Oggi Rimini vanta una grande e lunga tradizione turistica fu infatti sulla spiaggia di Rimini che nel 1843 venne inaugurato il primo stabilimento balneare d’Italia. Da allora, attraverso gli anni, questa vocazione dell’ospitalità si è diffusa da Rimini lungo tutta la costa, da Riccione a Cattolica, da Bellaria a Misano. Buona parte della sua popolarità deriva proprio dalle sue lunghe spiagge belle e attrezzate con i suoi 300 stabilimenti balneari, e oltre 1500 alberghi che si affacciano sul mare (dal Grand Hotel caro a Fellini, agli hotel di design, fino alle pensioni a conduzione familiare), dai parchi tematici dalle mille occasioni di divertimento e dal buon cibo: dallo street food dei ‘baracchini’ di piadina, fino ai ristoranti stellati. E’ la città che più di ogni altra in Italia rappresenta la cultura dell’ospitalità, dell’accoglienza e del divertimento, è la Las Vegas italiana. Un ricco e variopinto immaginario in cui ha intinto il pennello il genio di Federico Fellini che più di ogni altro riuscì ad elevare i propri natali riminesi a segno di una poetica universale. Ma Rimini è anche e soprattutto una città d’arte con oltre 22 secoli di storia. Per i tifosi aretini che vanno a Rimini, assolutamente da visitare sono L’Arco di Augusto il più antico conservato d’Italia, segna l’ingresso alla Città, per chi proviene dalla Flaminia, la via tracciata dal console Flaminio nel 220 a.C. per collegare Roma a Rimini. Eretto nel 27 a.C. come porta onoraria per celebrare la figura di Ottaviano Augusto, l’architettura è esaltata da un ricco apparato decorativo carico di significati politici e propagandistici che richiamavano la grandezza dell’impero di  Roma e la potenza di Augusto. Il Ponte di Tiberio è un ponte romano sul fiume Marecchia, intorno al quale era sorto il primo insediamento. Da qui iniziano le vie Emilia e la via Pompilia, dirette al Nord, la via Emilia, tracciata nel 187 a C. dal console Emilio Lepido, collegava Rimini a Piacenza; attraverso la via Pompilia invece si raggiungeva Ravenna e si proseguiva fino ad Aquileia. Il ponte, iniziato da Augusto nel 14 dc e completato da Tiberio nel 21 d.C., si impone per il disegno architettonico, la grandiosità delle strutture e la tecnica costruttiva, belli gli speroni frangiflutti impostati obliquamente in modo da assecondare la corrente del fiume riducendone la forza d’urto del Marecchia, recenti sondaggi hanno poi rivelato che la struttura del ponte poggia su un funzionale sistema di pali di legno, perfettamente isolati come a Venezia. Il Tempio Malatestiano, fu progettato da Leon Battista Alberti intorno al 1450 per volere di Sigismondo Pandolfo Malatesta, all’interno si possono ammirare sculture di Agostino di Duccio e i dipinti di Piero della Francesca in cui è raffigurato Sigismondo inginocchiato. Il Castel Sismondo fu la residenza-fortezza di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini dal 1432 al 1468, coniugava l’esigenza difensiva, la fortezza si imponeva per la potenza di torri e mura munite di scarpate, per l’ampio fossato, per la grandiosità del mastio, i lavori, iniziati nel 1437, si protrassero per circa 15 anni. Oggi non resta che la costruzione originaria rappresentata nelle medaglie di Sigismondo e nell’affresco di Piero della Francesca dentro al Tempio.


Il Palazzo RICCIARDELLI che si trova in corso d’Augusto di fronte alla piazzetta dei Servi, è il più importante palazzo della storia riminese, costruito alla prima metà del 400 era una sontuosa dimora del primo Rinascimento, il Palazzo BRIOLI Si distingue in Piazza Tre Martiri per incorniciare in modo scenografico la torre dell’orologio (con l’orologio del 1562). Nel palazzo furono ospitati numerosi personaggi quali: D’Azeglio – Mamiani – Verdi – Minghetti – Lamarmora – Gioberti – il principe Umberto di Savoia e Amedeo duca di Aosta.

A Rimini la cucina tipica è una vera arte.
Iniziamo con la principessa di Rimini La Piadina Romagnola: non si tratta solo di un pane senza lievito, ma la piadina romagnola è un’istituzione a Rimini e non c’è turista che non si lasci sedurre dal suo sapore semplice e genuino, la piadina o meglio la  piada, regina della tavola, è consumata sia come protagonista principale, farcita in tutti i modi, sia come accompagnamento.


Esistono diverse ricette della piada che nel tempo si è evoluta, ma la tradizione impone che per assaggiare una vera piadina romagnola si debbano rispettare delle precise regole. Deve essere farcita con prodotti DOP come il formaggio Squacquerone il cui sapore è unico e inimitabile: dolce, con una punta acidula e salata appena percettibile, un leggero retrogusto erbaceo con un forte aroma di latte, il prosciutto deve essere del maiale di Mora Romagnola, niente olio o burro, per fare la piada ci vuole lo strutto di Mora di Romagna. La vera ricetta riminese prevede che la piadina sia grande e sottile, cucinata in una teglia di terracotta e girata ben 3 volte durante la cottura, il risultato è un capolavoro! le piadine preferite dai riminesi sono quelle con i gratinati, con le salsicce e patate, con le cipolle oppure con il tipico sardoncino del mare Adriatico. Insieme alla piadina nella case e nei ristoranti riminesi una delle cose più tipiche è la tradizionalissima sfoglia o pasta all’uovo, preparata dall’azdora, che in dialetto corrisponde a padrona di casa e donna regina assoluta della cucina. Con la sfoglia si fanno le Tagliatelle, per lo più condite con il ragù i Tagliolini, spesso con le vongole, i Ravioli con il ripieno di erbe e formaggio. Ci sono poi gli immancabili Passatelli, gli Strozzapreti spesso con i frutti di mare e soprattutto I Cappelletti in brodo di pollo. Tra i piatti della domenica a Rimini anche i Passatelli in brodo di pesce, una zuppa da leccarsi i baffi,  invece La Zuppa imperiale è costituita da un impasto morbido, fatto con semolino, uova, parmigiano, mortadella, noce moscata e burro, che viene cotto al forno e infine servito nel brodo di cappone. Passando ai secondi, abbiamo ovviamente i piatti di pesce, con il pescato fresco dell’Adriatico cotto sulla griglia o al forno, la famosa Frittura di Paranza dove il pesce viene semplicemente infarinato e gettato in abbondante olio bollente.



Il pesce deve risultare leggero, dorato fuori e morbido e succoso dentro. Viene rapidamente asciugato su carta assorbente e salato, non è inzuppato nel succo di limone perde tutto il sapore. Un buon fritto misto, inoltre, dovrebbe includere per antonomasia, i “zanchetti” e “pelosi”, qualche piccolo “moletto”, qualche triglietta, un paio di “baraccoline” e magari alcuni pesci-ragno, poi, naturalmente, un pugno di calamaretti, seppiolini e “ulèzni”, I sardoncini sono fritti a parte, i gamberi e gli “anelli” di calamari saranno cotti in una leggera “pastella”, un piatto indimenticabile. Invece il Brodetto alla riminese è una zuppa di pesce servita nel tegame di coccio caldo con pane abbrustolito. Si prepara con almeno 10 tipi diversi di pesce e frutti di mare come: (mazzole, sgombri, triglie, palombo, canocchie, granchi, seppiolini, rombetto, scorfano, molluschi, bianchetti, acciughe, maccarello) preparati freschissimi con pomodoro e aromi segreti che regalano un piatto favoloso.


La mitica Grigliata di pesce romagnola è invece tra i piatti più amati dai riminesi e dai turisti, una buona grigliata ha senso solo se il pescato è nostrano dell’Adriatico e fresco di giornata dal peschereccio, con una leggera panatura, senza aglio e con pochissimo prezzemolo in modo da proteggere il pesce dal rinsecchimento, senza ammazzare il sapore naturale. In una buona grigliata mista ci sarà una bella sogliola, un rombetto, un merluzzo, un’orata, una coda di rospo, qualche triglietta profumata col rosmarino, anche uno spiedino di sardoncini e uno di seppioline e calamaretti e infine, qualche mazzancolla ruspante. Su tutta la grigliata va colato un filo d’olio extravergine della val Marecchia, niente limone, tranne che sui sardoncini, un piatto che è un capolavoro. Anche La Rustida riminese è un delizioso piatto misto di pesce azzurro cotto alla griglia. Per gustare questi grandi piatti di pesce ci vuole un buon vino bianco: l’Albana secco dei colli romagnoli. La carne a Rimini è ben rappresentata dal galletto allo spiedo, dai salumi del maiale di Mora romagnola e dal tipico coniglio in porchetta alle erbe di aneto e finocchietto e bagnato con vino rosso. I dolci riminesi sono semplici ma gustosi. Le origini del dolce Bustrengo chiamato “Bustreng” affondano nel Medioevo, è una torta densa e umida di origini povere, ma della quale vengono gelosamente mantenuti segreti gli ingredienti! Anticamente per preparare un dolce si usavano gli avanzi di pane e quello che si aveva in dispensa, Il pangrattato veniva bagnato nel latte, dolcificato e arricchito con pinoli, mele, cacao, farina di castagne e uva passa. Un altro dolce della tradizione è la Ciambella romagnola, rigorosamente senza buco! Uova, zucchero, farina, burro e latte che vengono insaporiti dalla scorzetta di limone e dopo una breve cottura in forno e… una fetta tira l’altra! chi ha ancora voglia di dolci, puoi farsi tentare da un vassoio di Raviole riminesi dei ravioli dolci di pasta frolla ripieni di marmellata. Altri dolci importanti che sono sempre sulle tavole dei riminesi sono: La Piada dei morti, i Fiocchetti, le Castagnole, le Cantarelle, dolcetti antichi e legati alla tradizione. Per concludere in bellezza, ecco il vero protagonista delle movimentate serate in riviera romagnola dopo la discoteca: il Bombolone, fritto caldo e straripante di crema pasticcera, è un dolce davvero irrinunciabile. Il Bombolone riminese che è diverso da quello toscano è molto grande, è pieno di crema pasticcera, però non quella da busta, ma la crema fatta rigorosamente con le uova fresche. Il vero bombolone riminese è quello che quando si dà il primo morso esplode la crema e va nella punta del naso. Nella riviera di Rimini e dintorni ci sono 750 ristoranti ed è matematicamente impossibile dare consigli sul meglio o sul peggio, una cosa è sicura che posso dire qual è il più raffinato, il più gourmet, il più elegante, con una cucina raffinatissima.

I piatti nascono sempre da idee creative e vengono svolti con una certa delicatezza contemporanea figlia delle tecniche apprese dallo chef negli anni di formazione presso ristoranti stellati di mezza Europa, esperienza indimenticabile, menù di pesce dello chef che lascia senza parole, una stella MICHELIN e una cucina di altissima qualità: Ristorante Abocar Due Cucine e sei in un altro pianeta, certo i prezzi non sono come alla Botteghina di Montione, solo per pochi ma vale la pena di spendere 500 € per questa sublimazione gastronomica. Tornando ai ristoranti alla nostra portata dove poter fare una bella abbuffata di pesce prima della partita io consiglio: Ristorante Donatella, Ristorante Ricci Di Mare (nella spiaggia) Ristorante Da Rinaldi, Ristorante Prua Rimini, Ristorante Al Moccolo, Ristorante Lo Zodiaco, Ristorante Laura, Ristorante Le ruote sul mare, Ristorante Sabbioni, Ristorante Le Stelle (nella spiaggia) i miei preferiti sono Lo Zodiaco e Ricci Di Mare, tappa fissa, pesce fresco veramente superlativo e si sente. Chi invece vuole spendere meno di 10 € deve fare una capatina al Picchio Verde a Bellaria-Igea Marina, qui c’è la migliore piadina della riviera romagnola: varietà di piadine notevole e di qualità eccezionale, il meglio in assoluto, insomma ce n’è per tutti i gusti. Rimini è la città del divertimento…e allora venerdi 1 settembre divertiamoci anche noi con 3 patacche in fondo alla rete…

Forza Arezzo vinci per Noi!

a cura di Leo