Un treno da non perdere
A grandi risultati seguono grandi ed ambiziosi progetti, non solo tecnici ma anche infrastrutturali e così, la società amaranto, alla quale fa capo Guglielmo Manzo, si sta materialmente impegnando su più fronti. I lavori di ristrutturazione degli impianti sportivi sono in corso d’opera e in procinto di essere ultimati , sia alle Caselle che a Rigutino; il primo ospiterà gran parte del settore giovanile mentre il secondo, al quale verranno integrati dei campi da Padel e un’area ludica, diventerà a tutti gli effetti la Cittadella dello Sport, fruibile anche dalla cittadinanza. Sarà quindi Rigutino la futura sede di allenamento per la prima squadra e se verranno ultimati i lavori per tempo, cosa improbabile, visto il meteo avverso delle ultime settimane, sarà lì che verrà svolto il ritiro estivo. Investimenti quindi importanti e soprattutto mirati ad intraprendere nel migliore dei modi una concreta programmazione con la quale poter ambire nel medio/ lungo periodo a importanti traguardi.
È certo che gli amaranto giocheranno le partite casalinghe di serie C nello Stadio Comunale Città di Arezzo, struttura che la Società si è proposta di rimodernare nei modi descritti nel progetto presentato recentemente in comune, accollandosi le spese in cambio di una concessione prolungata nel tempo. Al momento, tale progetto non è stato reso pubblico nei dettagli, anche se, a grandi linee, il presidente Manzo, subito dopo la vittoria del campionato, ha pubblicamente descritto, verbalmente, gli interventi che vorrebbe apportare. Ovviamente tutto ciò suscita grande curiosità e interesse, non solo alla tifoseria ma anche alle componenti politiche interne al Consiglio Comunale, tra queste il Movimento 5 Stelle, il quale, con una recentissima nota, chiede che tali progetti di ristrutturazione vengano, portati in aula, illustrati e discussi.
Dimostrare sensibilità e partecipazione su temi di interesse collettivo è senza dubbio un diritto, oltre che un dovere, che va interpretato sempre e comunque positivamente; il dialogo ed il confronto, oltre ad essere la base del concetto democratico può offrire l’occasione di ottimizzare la concretizzazione di un’idea.
Detto ciò è oggettivamente palese che lo stadio ha effettivamente necessità di un importante quanto oneroso ammodernamento e da cittadino, prima che tifoso, penso che “certi treni”, come si dice, andrebbero presi al volo; non capita frequentemente di trovare un imprenditore privato che ,in cambio di una concessione, propone di ristrutturare a sue spese un impianto sportivo che in parte sta cadendo a pezzi. Si, lo Stadio è un bene del Comune che poteva e potrebbe essere sfruttato in modo polivalente a vantaggio anche della collettività ma per fare ciò andava e andrebbe strutturalmente modificato in base ai tempi e alle esigenze prefisse, nonché tenuto bene con una cadenzata e regolare manutenzione a spese del Comune stesso, cosa che nel tempo non è stata fatta perché le risorse pubbliche, evidentemente, sono state utilizzate per soddisfare altre criticità ritenute, a torto o a ragione, prioritarie.
L’auspicio è sicuramente quello di vedere concretizzarsi un progetto che di questi tempi definirei, da un punto di vista economico,” faraonico”; al tempo stesso mi auguro i che gli ingranaggi burocratici non rallentino lo sviluppo di tale iniziativa, onde evitare, in un futuro prossimo, il verificarsi di situazioni come quelle che si stanno prospettando in questi giorni a Gubbio, dove il presidente dei rossoblù, Sauro Notari, ha fatto il punto della situazione relativa alla questione stadio: ”martedì prossimo scadono i termini per presentare la domanda di iscrizione al prossimo campionato di Lega Pro e se le cose non cambieranno indicherò un altro stadio nel quale andremo a giocare. Va rifatto subito l’anello idrico, abbiamo chiuso da pochissimo una falla e anche negli scorsi giorni c’è stata un’altra perdita d’acqua che è sfociata nello spogliatoio del mister. Insomma continuando così non se ne viene più fuori”. Il presidente ha poi concluso: “L’amministrazione comunale dice di darci una mano, ma a pagare sono sempre io. Se questa situazione continuerà mi vedrò costretto a guardarmi intorno. Motivo per cui ho già dato mandato a chi di dovere di cercare valide alternative”.
Al momento, in viale Gramsci, la situazione non è così tragica ma come si dice ad Arezzo… ” cosa fatta capo a”…
di David Purpura