L’Amaranto in trasferta | Piancastagnaio
Piancastagnaio è un comune di 4129 abitanti della provincia di Siena.
La zona di Piancastagnaio faceva parte dei terreni di cui era dotata, sin dall’VIII secolo, l’abbazia di San Salvatore, di cui ha preso nome il vicino paese. Alla fine del XII secolo esisteva già una piccola cinta muraria fortificata che racchiudeva la parte più alta dell’attuale centro storico.
Piancastagnaio, come altre zone appartenenti all’abbazia, fu ottenuto in feudo dai conti Aldobrandeschi di Sovana che finirono per diventare feudatari di Siena nella seconda metà del XIII secolo. Estintisi gli Aldobrandeschi nel 1284 Siena e Orvieto si contesero la zona e nella prima metà del XV secolo finì a far parte della Repubblica di Siena (1440), che inviò un podestà. Il paese rimase fedele a Siena finché questa fu sopraffatta da Firenze.
Nel 1608 il Granduca di Toscana concesse Piancastagnaio in feudo al Marchese Giovanni Bourbon del Monte. Il Marchese elargì denari per gli interventi di riparazione del convento di San Bartolomeo, fece impiantare cento castagni da frutto e realizzò il suo palazzo granducale coronato da magnifici giardini. Il dominio dei feudatari cessò nel 1777.
Sono testimonianze di tale storia molte strutture architettoniche, di cui sono da mettere in evidenza tra quelle religiose la chiesa della Madonna delle Grazie, la chiesa di San Filippo Neri, la chiesa di San Francesco e tra quelle civili il Palazzo Bourbon del Monte e la Rocca Aldobrandesca.
A storia e monumenti così significativi segue in sintonia una tradizione culinaria altrettanto importante, ricca di prodotti tipici locali.
Tra i piatti tradizionali troviamo: la minestra di pane, un piatto povero realizzato con verdure, come il cavolo nero, e il pane toscano; i paccheri, serviti con salsa di zucchine e salsiccia, sono gustati anche come piatto unico, data la ricchezza della ricetta; i pomodori alla mugellana, serviti dopo averli tagliati, infornati e soffritti, su pane ben tostato; la coratella di cinghiale cotta in padella con sedano, cipolla, carote e aromatizzata con semi di finocchio; i cardi trippati, cotti a fuoco lento e passati in forno con una copertura di lamelle di formaggio: da leccarsi i baffi!
Anche i dolci sono prelibatezze da non perdere: la schiacciata fiorentina, riveduta e corretta, preparata a forma di ciambella dopo una lunga levitazione; gli sfratti, antico dolce di tradizione ebraica, impastato con miele, scorza d’arancia, noci, semi di anice, manipolato a forma allungata di un bastoncino; la torta co’ bischeri, una crostata di pastafrolla con un impasto a base di riso e cioccolata riempita di uvetta, pinoli e frutta candita, aromatizzata con noce moscata e liquore.
Tutte queste squisitezze potranno essere accompagnate da vini pregiati come il Barbariccia, rosso secco, fresco con gradevole retrogusto di cocco e cannella; il Farfarello rosa con spiccata nota minerale; il Farfarello bianco, color ambra, morbido ed equilibrato… elegante.
Potremo assaggiare tutte queste specialità, in piena atmosfera godereccia, seduti al tavolo del Ristorante Anna, situato in via Gramsci 486, che offre pietanze squisite, tutto fatto a mano con ingredienti di ottima qualità. I piatti sono buonissimi, il personale disponibile, accogliente e anche l’ambiente è molto caratteristico e curato.
Tutti allo stadio comunale di Piancastagnaio, agguerriti e motivati!
Forza Arezzo, vinci per noi!
a cura di L.T.