E’ morta la speranza
La speranza, dice, è l’ultima a morire. Oggi è stata trucidata.
Immaginare, alle ore 15,00, del 2 Maggio 2021, una fine tristissima così non era possibile, ma già alle 15,13 si era capito, non solo che l’Arezzo, o per essere più precisi, i giocatori che rappresentavano l’Arezzo, non erano in campo, né con la testa né con le gambe ma anche quale sarebbe stato l’epilogo. Inutile spiegare l’importanza del match, in quanto sappiamo benissimo tutti cosa ci stavamo giocando a Cesena.
Fa male vedere la tua squadra scarica di quella necessaria cattiveria agonistica fondamentale per affrontare un impegno di quell’importanza, priva di idee e succube di un avversario già certo di disputare i play-off, quindi diversamente motivato a conseguire la vittoria.
Purtroppo, riproponendo un vecchio detto,”il buon giorno si vede dal mattino”, male era iniziata la stagione e male è finita, anzi malissimo, perchè mai nella storia del Cavallino si è arrivati, in negativo, a determinare record di partite perse e di reti subite; un vero disastro.
Chi ama e segue l’Arezzo conosce benissimo tutto il tragico excursus di questa infausta annata e non è quindi mia intenzione ripercorrere tutte le vicende e gli errori commessi da chi l’ha malamente gestita, ma vorrei concedermi la possibilità di ricordare a coloro che hanno investito molte risorse economiche nel progetto Arezzo che il calcio professionistico, anche a livelli di serie C, è una realtà che va affrontata con cognizione di causa, con il supporto e la consulenza di gente esperta, perchè l’Arezzo non è solo un possibile investimento, ma anche e soprattutto un riferimento e una passione da rispettare.
di David Purpura