La Storia siamo Noi – FABIO BAZZANI

“Arezzo è stata la tappa fondamentale della mia carriera perchè senza la stupenda stagione in amaranto non avrei avuto la possibilità di confrontarmi con il grande calcio. Per questo sarò sempre legato ad Arezzo ed ai suoi tifosi”. In effetti la stagione di Fabio Bazzani fu eccezionale perchè segnò 20 reti (in 31 presenze – senza calci di rigore).

Quando e come sei arrivato ad Arezzo?

Sabatini contattò il mio procuratore Silvano Martina che mi propose di venire ad Arezzo; accettai subito perchè conoscevo la città e la piazza e così arrivai nell’estate del 1999. Il direttore ebbe grande coraggio ed intuizione nello scommettere su di me, che venivo da una brutta stagione a Varese in serie C, dove, avevo fatto 29 presenze segnando solo 3 reti e che addirittura l’anno prima a Venezia, proprietaria del mio cartellino, avevo giocato solo 2 presenze, a causa della rottura del crociato.

Quale fu l’impatto con la tifoseria e la città?

L’impatto fu splendido ed immediato perchè, nonostante non fossi un nome importante, i tifosi mi dettero subito grande fiducia, che io cercai di ripagare a suon di goal e prestazioni. Poi ho il ricordo di una tifoseria calda e passionale che quell’anno ci spinse in un girone difficilissimo come quello B e che nulla aveva da invidiare alle piazze del Sud.

Quali sono stati i tuoi compagni preferiti?

Non è per piaggeria, ma quel gruppo era unito e fortissimo, tenuto insieme dalla maestria di Serse, tanto che uscivamo molto spesso insieme; ovviamente se devo indicare alcuni compagni non posso che citare i miei compagni di casa, Luca Grilli e  Simone Martinetti, ma anche Tardioli, Antonioli, Ottolina e Rinino. A quel tempo abitavamo in zona Giotto e ci ritrovavamo spesso alla Pasticceria Fiordaliso (Via Lorenzetti); si stava benissimo ad Arezzo, ma ripeto che eravamo veramente un gruppo unitissimo.

Che rapporto hai avuto con Cosmi?

Anche con Serse si creò subito un grande feeling perchè facevo in campo tutto quello che il mister mi chiedeva; il rapporto è proseguito anche negli anni successivi tanto che Cosmi mi volle con lui a Perugia in A (stagione 2001/02 – 29 presenze e 10 reti), poi a Brescia in B (stagione 2007/08 – 25 presenze e 1 goal) e, poi, sono stato il suo collaboratore negli ultimi tre anni (Ascoli, Venezia e Perugia).

Che tipo di giocatore era Fabio Bazzani?

Dare un giudizio su se stessi è sempre difficile, perchè i giudizi spettano agli altri, ma posso affermare che Fabio Bazzani fosse un centravanti di manovra che lottava e si sacrificava per la squadra ed a cui piace assumersi responsabilità in campo e nello spogliatoio; mettevo sempre la gamba e la testa ed ero un generoso, talvolta anche troppo, perchè spendevo tanta energia.

La partita più importante ed il goal a cui sei più affezionato?

Sicuramente la partita che porto maggiormente nel cuore è Arezzo-Giulianova (19 dicembre 1999 6-4: 4 Bazzani, Antonioli e Tarana) perché capita difficilmente di segnare 4 goal in una volta sola e divertirsi così tanto. Anche se il goal più bello che ho segnato con la maglia amaranto è stato quello a Crotone (5 marzo 2000 2-1), perchè conclusi l’azione con un bel destro vincente sul secondo palo e perchè si trattava del goal del pareggio contro la capolista, anche se poi fecero di tutto per far vincere i calabresi.

Saresti potuto rimanere ad Arezzo? Si parlava di circa 70 milioni.

Mi pare di ricordare che girassero alcune voci su questi 70 milioni, ma probabilmente si riferivano alla cifra che l’Arezzo avrebbe potuto pagare per riscattarmi dal Venezia ad inizio stagione, ma così non fu. Poi da febbraio in poi, tenuto conto che il mio rendimento era altissimo, il direttore generale del Venezia, Beppe Marotta, disse a Sabatini che i veneti non avrebbe rinunciato a me e che, eventualmente, si sarebbe potuto intavolare una trattativa per il rinnovo del prestito soltanto se l’Arezzo fosse salito in B, altrimenti sarei tornato in Laguna in serie A, come poi avvenne.

Come mai il tuo rendimento fu eccezionale fino a gennaio e poi rallentasti?

In effetti fino a gennaio ebbi uno standard realizzativo pazzesco (17 partite e 16 goal), poi comincia a calare perchè avevo un grosso problema al ginocchio che mi costringeva, dopo la partita della domenica, a stare a riposo ed a riprendere gli allenamenti il giovedì; inoltre, prima il sabato mattina dovevo sempre siringarmi il liquido dal ginocchio perchè mi si gonfiava molto. Poi ci sta che in una stagione ci siano momenti diversi che incidono anche sulla vena realizzativa di ogni giocatore.

Cosa mancò a quel gruppo per andare in B?

La squadra era molto forte ed infatti disputammo alla pari la semifinale playoff contro l’Ancona che poi salì in B (Arezzo-Ancona: 1 a 1 Rinino e aut. Ottolina / Ancona-Arezzo: 2 a 1 Corallo, Terrevoli e Bacci). Certamente mancò un po’ di fortuna che in queste situazioni è sempre importante e mancarono gli episodi a favore, vedi, per esempio, quando in casa l’arbitro fermò Tarana davanti al portiere, su mia spizzicata di testa per un fuorigioco inesistente.

Cosa ha rappresentato per te l’Arezzo?

L’Arezzo ha scommesso su di me in un momento difficile della mia carriera e mi ha permesso di cominciare un’importante cavalcata nel calcio che conta (Fabio ha collezionato anche 3 presenze in Nazionale); per questo, come detto, sarò sempre grato a questa splendida maglia. Devo essere sincero che se avessi ripetuto anche ad Arezzo una stagione come quella di Varese, difficilmente avrei fatto una carriera del genere.

Bazzani insieme a Salvadori per festeggiare il raggiungimento dei Play-off

Segui l’Arezzo e cosa pensi del calcio ai tempi del Covid?

Ovviamente seguo sempre l’Arezzo e mi informo dei risultati. Quest’anno ero a Carpi, dove purtroppo le cose sono andate malissimo, ma mi auguro, anzi sono convinto, che la stagione prenderà una piega positiva.
Ho letto che la nuova società ha fatto investimenti importanti e colgo l’occasione per salutare il mio amico Christian Salvadori (responsabile scouting) con il quale ho passato un’annata splendida e che saprà mettere le proprie competenze e professionalità a servizio dell’Arezzo.

Cosa fai adesso?

Come ti ho detto negli ultimi tre anni sono stato collaboratore di Cosmi, ma da quest’estate ho deciso di provare a fare il primo allenatore (Fabio lo aveva già fatto a Mezzolara in D) e sto aspettando la chiamata giusta. Nel frattempo osservo molte partite e mi tengo aggiornato.

Aneddotto

Mi ricordo con piacere un episodio avvenuto dopo la prima amichevole estiva. Venne organizzata la sentitissima partita Arezzo-Perugia ed io venni espulso, cosa che mi avrebbe fatto saltare l’esordio in campionato (Juve Stabia-Arezzo 1-1 del 5 settembre 1999). Negli spogliatoio il mister, il direttore ed il presidente mi fecero un sonoro “cazziatone” e poi all’uscita mi si fece incontro un gruppetto di tifosi; immediatamente immaginai che anche loro mi avrebbero trattato male, invece mi rincuorarono e mi incoraggiarono per il proseguo della stagione. La cosa mi parse veramente strana, ma loro mi riferirono che Cosmi pochi minuti prima aveva detto di non cazziarmi, in quanto ci aveva già pensato lui, ma di sostenermi perchè “questo ragazzo ci farà divertire e ci darà molte soddisfazioni”. Ecco sono gesti e parole che ti fanno capire il valore delle persone.

Fabio Bazzani è stato un giocatore fortissimo, senza dubbio uno dei centravanti più completi passati ad Arezzo ed ancora, a distanza di 20 anni e nonostante abbia militato in amaranto solo per una stagione, conserva un ricordo indelebile di Arezzo e dell’Arezzo. Bazzagol!!! Forza Arezzo!

di David Bondi