Ma quanti soldi sono necessari per iscrivere l’Arezzo?
In queste travagliate settimane abbiamo assistito ad un susseguirsi di voci più o meno fondate sulle cifre necessarie per dare di nuovo un futuro alla squadra amaranto.
Ma quanti soldi servono nell’immediato per iscrivere l’Arezzo al prossimo campionato?
Sicuramente sono necessari 200.000 euro per far fronte al pagamento dei tre stipendi arretrati per i calciatori con ingaggio superiore a 50.0000 euro (dando per scontato che rinuncino ad una mensilità).
A questa cifra, che coprirebbe anche in gran parte la ricapitalizzazione, vanno aggiunti i versamenti per l’iscrizione al campionato, come da lettera della Lega Pro alle società del 10 luglio, ed in particolare:
-€ 5.000,00, a titolo di quota associativa, da versarsi, contestualmente al deposito della domanda di ammissione al Campionato, entro e non oltre il 5 agosto 2020, unicamente con assegno circolare non trasferibile intestato alla Lega Italiana Calcio Professionistico;
-€ 55.000,00, a titolo di quota di partecipazione, da versarsi, tramite bonifico bancario, in n. 10 ratei di € 5.500,00 ciascuno, a partire dal 5/9/2020 e con termine al 5/6/2021; in difetto di versamento i singoli ratei verranno iscritti “a debito” sulla scheda conto/campionato della società sportiva, alle scadenze sopra indicate. I pagamenti disposti tramite bonifico bancario, per il versamento di ciascun rateo, dovranno essere effettuati sul conto corrente della Lega Italiana Calcio Professionistico.
In questo caso quindi la cifra da versare subito si attesta solo a 5.000 euro.
Infine va presentata la tanto famigerata fidejussione da 350.000 euro a garanzia degli stipendi (se non si supera il milione di euro di monte ingaggi).
Concludendo viene da pensare che, nonostante il debito iscritto a bilancio, l’esborso immediato non sia da considerarsi proibitivo, anche perché consentirebbe di mantenere la categoria ed avere maggior tempo per sistemare al meglio l’assetto societario e rivedere la governance.
Ma chi parla di ripartenza dalla Serie D o dall’Eccellenza ha fatto bene i conti?
di Bruno Valda