La sintesi del girone di andata della stagione 19/20 – 4 di 6
26 Ottobre: si presenta il Crowdfunding
E’ il giorno del Crowdfunding, si tolgono i veli dall’operazione cui il Presidente Giorgio La Cava ha dimostrato di tenere molto a cuore: “E’ intenzione di questa società portare avanti un progetto che restituirà alla Città di Arezzo, un Centro Sportivo all’avanguardia per il settore giovanile, che dovrà essere un modello per l’intera Nazione; se il progetto avrà il successo auspicato, questo centro non sarà di “proprietà” della S.S. AREZZO, né di ogni altra società avente nome diverso, ma con la maglia amaranto; è stato concepito, e resterà, per sempre, come un patrimonio dell’intera città di Arezzo”! Verificata la necessità, per il socio di Orgoglio Amaranto, di approfondire il concetto, anche attraverso un’assemblea pubblica dei propri associati, tutto viene rimandato a data da destinarsi. La riserva di Orgoglio Amaranto sarà sciolta, positivamente, a condizione che non venga ritoccato l’art. 7 dello statuto sociale, il 4 Novembre; il Presidente si prende qualche giorno di tempo, poi, aderirà alla richiesta del socio di minoranza. A giorni dovrebbe tenersi l’assemblea straordinaria, necessaria per le modifiche statutarie, inerenti l’ingresso di eventuali di nuovi soci con quote minime, e l’aumento del capitale sociale previsto nell’operazione.
12ª giornata: Arezzo – Giana Erminio
Il campionato continua la sua corsa a tappe, e questa volta, al Città di Arezzo, si presenta una Giana Erminio relegata nelle ultime posizioni della classifica; è, e deve essere, l’occasione buona per tornare alla vittoria, che manca dal 29 settembre!!!! L’Arezzo non delude le aspettative e, con un gol per tempo, il primo di Cutolo, l’altro di Caso – che sta imponendosi all’attenzione di tutti per la velocità di dribbling -; è la seconda volta (la prima era stata a Como), che l’Arezzo non subisce gol, anche se qualche brividino scorre sempre lungo la schiena.
13ª giornata: Pontedera – Arezzo
E’ una trasferta insidiosa, un tabù costante, per di più contro una squadra che sta andando a mille e veleggia nelle primissime posizioni di classifica, seconda a pari merito con il Renate, anche se il distacco del Monza, già importante, conferma le attese del pre-campionato: la prima posizione sembra ormai assegnata! L’Arezzo affronta la trasferta in terra pisana (con un tempo da lupi ed un campo infame), con il piglio giusto, tanto da mettere in soggezione gli amaranto avversi (i nostri giocano in maglia bianca); è una partita ad alti contenuti tecnici, dove la più debole, almeno sulla carta, non mostra alcun segno di “sottomissione”, anzi: sono proprio gli aretini a creare la prima vera occasione da gol, con Caso che si prolunga in un dribbling di troppo e tira da posizione defilata: Cutolo, più libero a centro area, non gradisce, e lo dice chiaramente al più giovane compagno; pochi giri di orologio e, complice la solita amnesia difensiva, è Pissardo ad evitare il vantaggio pisano. Ancora un sussulto, con un probabile rigore su Cutolo non ravvisato dall’arbitro e, mentre non è ancora sbollita la rabbia per il torto subito, il Pontedera, complice l’ennesima amnesia passa in vantaggio, non proprio meritatamente. L’Arezzo non ci sta, e reagisce in maniera veemente, e nel volgere di pochi minuti, grazie ancora una volta all’abilità di Gori, riacciuffa un pari, assolutamente strameritato. Il Pontedera, però, non è squadra di poco conto: è, indubbiamente sottomessa dall’Arezzo, ma non disdegna di provarci; sa che prima o poi, la difesa aretina un pasticciaccio lo combinerà, e tutto questo si avvera a pochi minuti dal termine del primo tempo: Baldan gira la palla verso Pissardo: palla lenta, lentissima, con un attaccante nei pressi che ruba la palla al portiere aretino che, vistosi superato, respinge il pallone con la mano, fuori area; cartellino sacrosanto, Arezzo in 10, entra Daga, nella ripresa ci sarà da soffrire. La sconfitta finale sarà un’ennesima recriminazione: stava stretto il pareggio, figuriamoci la sconfitta … ancora una volta, ci sarà da recriminare (la cravatta messa al collo di Gori – amaranto in 10 – ancora grida vendetta!!!), ma la polemica, nonostante la prova d’orgoglio, non si smonta: cosa c’è di sbagliato, e chi può correggere questo andamento lento? La risposta nelle prossime giornate!
Turno di Coppa Italia
L’ennesimo flop scatena le polemiche; tutti si augurano che si possa andare avanti in Coppa Italia: si va ad affrontare, di nuovo, il siena, squadra che, al di là del pareggio, immeritato, del campionato (i panfortai hanno pareggiato al sesto minuto di recupero, proprio all’ultimo tuffo!!!); Di Donato opta per le seconde linee, forse dimenticandosi che per noi “aretini” il derby, per qualsiasi si giochi, ha sempre un sapore particolare. Fatto sta che gli “insopportabili” senesi vincono in maniera agevole, con ciò cancellando ogni possibilità di superare i primi turni di qualche possibile aggancio ai play off. Quello che però fa più male di tutto, è il modo in cui matura la sconfitta: è un nuovo, il terzo, disonore alla maglia. E questo fa male più di ogni altra cosa!!!! La rabbia monta, il clima, nonostante l’autunno inoltrato, è bollente!
14ª giornata: Arezzo – Olbia
Dovrebbe essere la partita giusta per allontanarsi, definitivamente dalle sabbie mobili, dalle quali entriamo e usciamo con costante preoccupante altalena. La voglia di vincere, in casa amaranto è evidente fin dall’inizio: in pochi minuti si collezionano almeno tre palle gol non perfezionate, salvo poi passare in vantaggio, meritatamente, poco prima della mezzora, ancora con Gori; da parte “sarda” – non sardine, mi raccomando, che ancora quel “movimento” non è nato!!! – poco o nulla da segnalare, salvo un tiro velenoso, su punizione, che Daga, titolare vista l’espulsione di Pissardo, rimediata nella precedente gara a Pontedera, neutralizza con una certa disinvoltura; da notare che, nelle due squadre, almeno per oggi, sono titolari due “ex” compagni di “settore giovanile”: Crozza per l’Olbia, Daga per l’Arezzo, entrambi provenienti dalla Primavera cagliaritana! Il raddoppio di Cutolo, nella ripresa, è conseguenza logica della supremazia aretina, che poi si complicherà la vita concedendo la punizione velenosa con cui l’Olbia accorcerà le distanze. Una vittoria che solo in parte placherà gli animi: la classifica è più rassicurante, ma le amnesie difensive rappresentano un problema reale, cui bisogna poter mettere un freno! “Ci stiamo lavorando …” ripeterà Di Donato, ma intanto ci aspetta la Carrarese, altra partita non proprio semplice, con un attacco “atomico” che crea non poche preoccupazione!
…continua…
di Patrizio Blonda