Pillole amaranto – 28 Gennaio 1973, quando la serie A passò da Arezzo…
Nel campionato di calcio di serie A 1972/1973 spicca una partita giocata ad Arezzo. Come? Arezzo? Serie A?….Ebbene sì, la 16ª giornata di campionato vide affrontarsi al comunale di Arezzo la Roma, guidata dal mago Herrera e il Verona allenato da Cadè. La compagine del presidente Anzalone per la squalifica del campo, a seguito degli incidenti in Roma – Inter (1-2 sul campo 0-2 a tavolino), si vide costretta ad emigrare per 2 partite in campo neutro (la prima a Bari con il Palermo, risultato 0-0), dando la possibilità agli aretini di assaggiare la serie A dallo stadio di casa. Furono pochi gli aretini presenti, anche se lo stadio era stracolmo di oltre 16 mila persone, in quanto le cronache riportano di circa 15 mila romanisti al seguito. Il “Greppo” e il pilone dell’Enel tra la maratona e la curva erano pieni di portoghesi (me compreso) che non vollero perdersi lo spettacolo. Ai miei occhi di bambino il poter assistere a quell’evento è (e rimarrà) un ricordo indelebile. Non rammento una grande partita, vinse il Verona 1-0 su un calcio di rigore contestatissimo, realizzato da Mascetti alla fine del primo tempo, tanto ché ci fu un’invasione di campo e lancio di oggetti vari.
Ho ancora impresso nella mente (cosa rivista poi, anche se in misura minore) il pauroso ondeggiare delle inferriate di recinzione del campo, sotto la spinta dei tifosi romanisti inferociti. Sarebbe bastato il cedere di un paletto per far sì che migliaia di persone si sarebbero riversate in campo e per l’arbitro Porcelli della sezione di Lodi sarebbe stata sicuramente una brutta giornata. Nel secondo tempo poi ci furono altri momenti di tensione con un rigore prima concesso e poi rimangiato dall’arbitro (anche senza Var….). Ricordi di un calcio dove, che fosse serie A o serie C, ad arbitrare le partite andavano in tre. In campo si entrava tutti allo stesso modo e il cerimoniale e inno della serie A non si sapeva cosa fosse. Quando l’arbitro sbagliava e l’occhio di falco o il Var erano lontani dall’essere pensati, l’invasione di campo era assicurata, i tifosi in casa e fuori si mischiavano tranquillamente senza bisogno di esercito e qualche sana scazzottata dirimeva tutte le diatribe. Gli stadi erano sempre pieni e il biglietto si comprava fino all’ingresso in campo delle squadre e anche oltre, ospiti compresi. Uno spettacolo più puro, sanguigno, che appassionava maggiormente le folle di quanto non possa fare ora questo calcio piatto, senza slanci, dove la tecnologia riesce comunque a sbagliare e rendere imperfetto l’episodio, così come avveniva a occhio nudo e in tempo reale 50 anni fa.
Non sono riuscito a trovare foto e/o immagini dell’evento, se qualche lettore smanettone ci riesce, ampliando questo ricordo, ci farà tornare tutti un po’ più giovani.
di Vecchia Guardia