Alò che s’arbeve – Trasferta di Carrara
Gli impareggiabili tifosi amaranto che andranno a Carrara, troveranno una città nota in tutto il mondo per le sue cave di marmo pregiato, collocata nella parte più settentrionale della Toscana, ai piedi delle Alpi Apuane, nel mezzo fra la montagna e il mare . Nel centro storico molto bello da vedere è il Museo civico del Marmo, dedicato alle diverse fasi di produzione e lavorazione del marmo, con l’esposizione di pregevoli opere di marmo e un innovativo spazio multimediale, nel quale sistemi audio-visivi creano percezioni di suoni, di immagini, che permettono al visitatore di diventare un cavatore di marmo. Sempre nel centro storico, nell’antico palazzo di Alberico Cybo Malaspina, ha sede l’Accademia di Belle Arti, rinomata per la sua prestigiosa Scuola di Scultura e al cui interno troviamo sculture antiche, di età neoclassica, fra i quali alcuni capolavori del Canova.
Pregevole e da visitare il Duomo, in stile gotico-romanico e piazza Alberica, con la fontana del Leone e l’imponente statua di Maria Beatrice d’Este, adiacente al centro cittadino. Nel parco della Padula, sorge la stupenda villa Fabbricotti del 1879, in stile neoclassico, all’interno Museo e opere di Michelangelo, che evidenziano il profondo legame che ha avuto con la città e il marmo, suo materiale principe. Dal centro si puo’anche andare a fare due passi al mare sul litorale: non vi aspettate spiagge come Bali o Boracay, a parte qualche locale, le spiagge sono chiuse con orribili barriere in inverno, al punto di non vedere neanche il mare, mentre il litorale è in uno stato di totale abbandono con tutte quelle schifezze di ex colonie in completo degrado, abitate da abusivi.
Ma è al ristorante che Carrara si esprime al meglio, quando i tifosi amaranto buongustai si siederanno in trattoria, devono sicuramente assaggiare alcune di queste specialità.
Antipasti: il pane marocco di Montignoso (pane nero, farina, granturco, spezie, olive, peperoncino), la schiaccia con la mondiola (tipica mortadella), le focaccette di Aulla, squisite tigelle fatte a mano pronte ad accogliere formaggi e salumi, i muscoli (cozze farcite con un impasto a base di mortadella, pane ammollato, aglio, prezzemolo, uova e parmigiano), molto saporito e gustoso è il baccalà marinato, ammollato, infarinato, fritto.
Primi: gli erbi coi fagioli dall’occhio, zuppa tipica a base di borlotti ed erbe di campo spontanee, sconosciute e segrete, la polenta incatenata con pecorino, i tordelli alla carrarina, sono ravioli dalla pasta non troppo sottile con un ripieno così sfizioso che è impossibile resistere, le pappardelle al cervo, la torta d’erbi, è un croccante sformato, c’è ancora chi la prepara nella sua più arcaica versione con una ventina di erbe selvatiche(borragine, ortiche, cimi di rovi, primule, viole, luppolo, vitalba, etc), le lasagne stordellate, piatto di recupero della sfoglia avanzata, con radicchi di campo e finocchio selvatico il sapore è davvero difficile da descrivere, infine le chicche(gnocchetti) ai Gamberi su Crema di Asparagi, i taglierini nei fagioli allo scoglio, le tagliatelle in bagna verde al sugo di triglia e la zuppa di farro della Lunigiana.
Secondi: la tagliata di razza pontremolese ai porcini, rosticciana con rapini (erbe aromatiche), l’agnello di Zeri cucinato con un’agnello di razza autoctona, la Zerasca, allevata solo in Lunigiana, lo stinco di maiale alla birra con cipolle caramellate, il crostone con baccalà e la cipolla fritta massese, la catalana di scampi e gamberoni, la tagliata di tonno ai funghi di Lunigiana, i testaroli di Pontremoli con scampi e zucchine, il testarolo è davvero un piatto speciale del lontano passato.
Dolci: la frittellina di mela con crema di vaniglia, il Panigaccio di Podenzana alla nutella. Ma il dolce per eccellenza è la Torta di riso, che una volta era preparata per la festa del patrono San Ceccardo per Pasqua. Non esiste una ricetta originale poichè ogni “nonna” rivendica la sua, il risultato è un piatto sopraffino, per chi va a Carrara è una tentazione alla quale non puoi resistere. Tutto il pranzo va annaffiato con un Vermentino Bianco Superiore Colli di Luni Doc, dall’odore intenso, persistente, caratteristico, pieno, armonico, fruttato e delicatamente mandorlato.
Concludete il pasto e prima di entrare allo stadio dei marmi ingozzate una bottiglia di Elisir China del farmacista di Fivizzano, che servirà da “Scudo Penale” per pararsi da Tavano e compagniabella, fatto con le pozioni dell’alchimista, l’antico elisir di lunga vita l’Amaro di CHINA del Dottor Clementi di Fivizzano, lo scopri e non ne puoi più fare a meno!! Per i tifosi amaranto che si mettono a sedere a mangiare io consiglio il Ristorante Enoteca Ninan, in Via Lorenzo Bartolini 3, per gustare la cucina casalinga e molte di queste delizie tipiche di mare e di terra fatte con passione .
Altresì un souvenir da riportare a casa è una mattonella di Lardo di Colonnata: è un altro capolavoro fatto grazie al marmo, è un salume caratteristico, unico e inimitabile per la sua particolare salatura e stagionatura in conche di marmo, è un prodotto tipico a Indicazione Geografica Protetta (IGP) dal 2004 .
Il lardo nasce a Colonnata nel 1800 come piatto povero del cavatore di marmo sulle Alpi Apuane; la storia racconta che un cavatore, mettendo pezzi di maiale con alcuni aromi in una tavoletta di marmo, scoprì un’eccellenza alimentare diventata famosa in tutto il mondo. Si ottiene utilizzando solo maiali maschi della Toscana allevati con alimentazione magra biologica. La parte con cui si fa il lardo è la schiena, vengono tagliati pezzi da circa 7/8 kg ciascuno, il salume viene poi salato ed aromatizzato con alcune spezie (pepe verde, cannella, coriandolo, noce moscata, chiodi di garofano, anice stellato, salvia, rosmarino e origano) e tagliato a pezzi rettangolari. Il processo di produzione prosegue con una particolarissima stagionatura che avviene in grosse vasche di marmo bianco di Carrara; dopo 6 mesi e 1 giorno il lardo di Colonnata è pronto, da questo tempo dipende il sapore e l’ottima fragranza, imitato in tutto il mondo ma mai saputo eguagliare nel sapore e nel profumo. Il prodotto finito si presenta rettangolare con uno spessore di almeno 3 cm, la parte inferiore è coperta dalla cotenna, quella superiore da sale, erbe, spezie e l’interno può presentare una venatura di magro rosso, da gustare crudo sopra alla bruschetta. La consistenza è omogenea e morbida, il colore è bianco, leggermente rosato, il profumo è ricco di aromi, il sapore è sublime unico al mondo, al palato si scioglie in bocca…….si scioglie come la difesa della carrarese… (speriamo)
a cura di Mourigno