Pro Vercelli vs AREZZO: quando la gioia ti rimane in gola
Lo aveva promesso Dido, fin da lunedì sera: in campo entrerà una squadra che vuole solo la vittoria! Già, ma quella vista ieri sera, tutto era meno che una squadra assatanata; certo, è stata, probabilmente, il miglior Arezzo visto in questo scorcio di stagione, dopo il KO con il Monza che ancora pesa come un macigno e che sta (quasi) tutto in quel 4-0 maledetto, che si presta, come ieri sera da parte di un cronista che definire imbarazzante è dire poco (Borghini citato più spesso come Franchino, ex in campo dall’altra parte, tanto per dirne una), ma ancora non ci siamo, no, proprio non ci siamo!
Era l’occasione giusta, probabilmente, per tornare alla vittoria, e gli amaranto ci hanno provato, anche con una certa convinzione; la Pro, come da aspettative, stava giocando la solita partita attendista, pronta a colpire di rimessa, contando su una possibile, prevedibile amnesia difensiva degli aretini (e tutti i i torti non li aveva!), ma i suoi piani sono stati scombussolati dal patatrac del portiere e del centrale piemontesi: lasciato campo libero a Gori, con la porta completamente vuota, il loro nr. uno non poteva non atterrare il centravanti: rigore sacrosanto, e sacrosanto il cartellino rosso sventolato dall’arbitro verso Moschin. Il tempo necessario al subentro del secondo portiere, con il cambio operato da Gilardino che ha tolto, ovviamente un centrocampista avanzato, ed il gol di Belloni, a suggellare una supremazia fino quel momento, diciamocelo francamente, abbastanza sterile. L’Arezzo però aveva il possesso del campo, e questo era già un buon segnale: Caso aveva qualche spunto dei suoi (anche se a luce alternata), Gori sembrava ispirato, il centrocampo sembra girare bene, con Foglia e Volpicelli centrali, e Belloni e Rolando esterni; il dubbio, come sempre, era in difesa: Borghini sembrava soffrire la posizione di esterno destro, mentre Ceccarelli e Baldan non sembravano sempre sicuri; faceva eccezione Corrado, meno appariscente e meno coinvolto, ma comunque dignitoso nel suo ruolo; veniva da pensare, nell’intervallo, che per coprirsi un po’ meglio (anche se oltre al punteggio favorevole, avevamo pure l’uomo in più) inserisse Mosti (al posto di un Baldan sempre incerto) laterale destro, spostando Borghini al centro in coppia con Ceccarelli,, ma mentre Gilardino azzeccava tutti i cambi, Di Donato si limitava ad effettuare quelli, almeno così mi è sembrato, più ovvi: Dentro Tassi per Volpicelli al 9^, Cutolo per Caso – era nelle attese – al 16^, ed infine Zini per Belloni al 34^.
Intanto la temuta amnesia della difesa centrale amaranto aveva già colpito: un incertezza di Ceccarelli e Baldan, con Pissardo troppo fuori dai pali (voleva uscire e non lo ha fatto, traendo in inganno i compagni?), ha consentito Cecconi di mettere in rete con un colpo di testa nenache troppo forte: se Pissardo fosse rimasto sulla linea lo avrebbe probabilmente parato in scioltezza.
La Pro Vercelli, oltretutto abbastanza stanca per lo sforzo profuso, tornava a rintanarsi nella propria tre quarti, chiudendo tutti gli spazi; uno sprazzo improvviso, la traversa di Tassi e, poco dopo, un mezzo prodigio di Saro su un tiro maligno di Cutolo, poco più da segnalare, se non i brividi avvertiti ogni qualvolta la Pro si presentava nei pressi di Pissardo; c’è mancato poco, infatti, che Borghini non facesse un altro patatrac: questa volta la palla è uscita fuori, per nostra fortuna.
Così sfumava, una volta di più, una vittoria che poteva starci, che non sarebbe stata del tutto immeritata, che poteva innalzare l’Arezzo ad una posizione più consona di classifica, occupando quel posto ancora oggi appannaggio dei piemontesi; ancora poco, rispetto agli obiettivi, ma sufficiente per darci quella serenità necessaria ad affrontare meglio il presieguo del campionato, a comincare da domenica prossima, dove spicca il big match tra Monza e Renate: se dovesse vincere il Monza, il campionato sarebbe da considerarsi chiuso per la promozione diretta.
Intanto ci avviciniamo velocemente a domenica, con il grido “VITTORIA”!!!! rimasto strozzato in gola.
Di Patrizio Blonda