La Storia siamo Noi – MARCO MASSETTI
Nel luglio 2010, mentre i tifosi dell’Arezzo stanno apprendendo con sgomento e preoccupazione la notizia che la squadra amaranto non si iscriverà al campionato di C, un tifoso aretino, in vacanza all’Isola del Giglio, riflette su come salvare la squadra del suo cuore e della sua città. Non è un addetto ai lavori, non è un ex grande giocatore, non è un magnate milionario, ma è un grande tifoso amaranto e, soprattutto, un grande uomo.
Marco Massetti entra così nella storia recente dell’Arezzo con l’educazione e la riservatezza che gli sono tipiche, ma anche con una decisione ed una determinazione che solo l’amore per questa città e questa maglia hanno esaltato in modo così netto.
I tifosi amaranto scoprono Marco Massetti nel luglio 2010 e da quel momento per tutti è stato e sarà sempre il Presidente Massetti!
“ Il rapporto con l’Arezzo è iniziato molto presto ad 8/9 anni, quindi, nel 1972 circa, e mi ricordo molto bene i giovani Graziani, Neri ed Alessandrelli. Abitavo in Via Trento e Trieste ed in compagnia dei miei amici andavo allo stadio che all’epoca era più piccolo di quello attuale, ma ci sembrava il Maracanà; alcune volte ci facevano entrare nella tribuna superiore e ci sembrava di essere al settimo cielo”.
“Pare scontato, ma il mio giocatore preferito è stato Domenico Neri; ogni volta che vedo il momento del rigore sbagliato, della rovesciata, del tripudio ancora mi emoziono e devo dire che l’episodio del 9 giugno 1985 è stato una delle componenti che mi ha caricato, quando ho deciso di prendere l’Arezzo nel 2010.”
“Il rapporto con l’Arezzo è diventato ancora più stretto dopo il 1993 (anno del fallimento) ed il primo campionato di serie D, con Graziani presidente, quando da tifoso ho cominciato a seguire quasi tutte le partite ed a partecipare a varie trasferte in posti sconosciuti per noi, abituati alla B ed alla C, quali Russi ed altri.
“Ero all’Isola del Giglio in vacanza e leggevo preoccupato le notizie sulle sorti dell’Arezzo; improvvisamente cominciò a frullarmi in testa un’idea, ma essendo io estraneo al mondo del calcio, chiamai Daniele Lami chiedendogli se potesse conoscere qualcuno per capire quanto potesse costare mantenere una squadra di calcio in serie D. Lami si attivò subito con Scattini, che a sua volta contattò Giuliano Sili, il quale in modo molto meticoloso mi indicò tutti i costi, anche perchè avevo bisogno di conoscere tutti gli elementi per poter prendere una decisione così importante.”
“Devo sicuramente ringraziare coloro che mi hanno accompagnato durante questa breve, ma intensa avventura, anche se un ringraziamento particolare mi sento di rivolgerlo al sindaco Fanfani, in quanto mi garantì la presenza degli sponsor che, poi, mi affiancarono al momento dei pagamenti dovuti.”
“I motivi per cui lasciai così velocemente sono stati molteplici, ma certamente mi ha sempre amareggiato di essere stato massacrato dai giornali. Infatti, da un lato avevo i tifosi che mi appoggiavano (e con i quali ho un ottimo rapporto) mentre dall’altro lato avevo alcuni giornali che mi criticavano, quasi a non volere riconoscere che, senza il mio intervento, in quel momento il calcio ad Arezzo sarebbe definitivamente sparito. Troppo presto sono stato attaccato, avrebbero dovuto attendere un po’ di tempo prima di giudicarmi, anche perchè al momento in cui sono diventato presidente avevo garantito le risorse per la stagione in Serie D ed ho lasciato l’Arezzo alla nuova proprietà con bilanci in regola e nella massima trasparenza. E, poi, mi ha anche pesato la sofferenza per i risultati che non arrivavano, tenuto conto della mia doppia veste di presidente e tifoso ed avrei voluto gioire di più, considerato gli sforzi fatti. Quei quattro mesi così intensi mi hanno, però, insegnato a guardare il calcio in modo differente e selettivo e, da un punto di vista prettamente calcistico, mi hanno maturato.”
“Il più bel ricordo da Presidente dell’Arezzo è stata la prima vittoria (Atletico Arezzo – Voluntas Spoleto 2 a 1 del 17 ottobre 2010); quando sono sceso negli spogliatoi brillavo dalla gioia perchè era la prima vittoria dopo tante sconfitte (settima giornata, dopo 4 sconfitte e 2 pareggi); e ricordo con grande piacere anche il rapporto che si era instaurato con Menchino e Mangoni e le attese durante il prepartita nel quale scherzavamo e sentivamo questo senso comune di aretinità che ci faceva stare bene.
“Adesso ho rapporto più distaccato con lo stadio perchè ci vado meno, ma l’attaccamento alla squadra è sempre forte, tanto che seguo i risultati dell’Arezzo sempre con grande attenzione; devo anche precisare che le ultime volte che sono stato allo Stadio sono andato in curva, anche perchè amo stare tra i tifosi, essendo io stesso per prima cosa un tifoso amaranto”.
“Devo dire che adesso l’Arezzo ha dirigenti molto competenti, ha ottenuto buoni risultati lo scorso anno ed anche quest’anno spero ci siano le condizioni per fare bene; inoltre, ha una proprietà che ha investito e continua ad investire denaro nel calcio, e già questa non è cosa da poco”.
“Per i tifosi amaranto varrebbe la pena rifarlo ancora e, sinceramente, lo rifarei perchè è troppo l’amore per questa maglia e per questa città. La cosa straordinaria è ancora il grande affetto che mi riservano i tifosi, che mi incontrano per strada e mi osannano come se avessi fatto qualcosa di eccezionale; in realtà ho fatto quello che ogni tifoso avrebbe fatto, se ne avesse avuto le possibilità”. (qui urge una nota da parte nostra perchè Massetti fece una cosa che dovrebbe essere di esempio a tutti quelli che si dichiarano tifosi, ma poi non operano da tifosi)
“Colgo l’occasione per ringraziare e salutare i ragazzi della Curva perchè mi hanno fatto sentire ancora un grande affetto, indicandomi nell’ultimo comunicato; sono loro vicino perchè mi sento anche io uno della Curva. La gratificazione maggiore ribadisco è l’affetto del popolo amaranto. Ed è per questo che è valsa la pena intraprendere quella bellissima avventura”.
Quando si parla di eroe, si deve pensare ad una persona normale che in determinato momento compie un atto decisivo. Nel 2010 Massetti ha compiuto la scelta coraggiosa di salvare il suo Arezzo e tutti noi tifosi dal baratro delle serie minori, lasciando la squadra in serie D. Pertanto, Marco Massetti in quel momento si travestì da eroe per tutti noi appassionati del Cavallino Rampante!
a cura di Ferrero