Fare Grande l’Arezzo … insieme si può -aggiornamenti (di Patrizio Blonda)
Ieri pomeriggio, non essendo stato possibile l’incontro programmato presso il mio ufficio per sopravvenuti impegni di lavoro, mi sono sentito con Massimo … (espressamente incaricato da Giorgio La Cava) per aggiornamenti circa il progetto di “Crouwdfunding” – di cui si era parlato in conferenza stampa a giugno, e da me “indegnamente” anticipato qualche giorno fa su questo blog (il Presidente, però, lo aveva ricevuto già con largo anticipo).
In sintesi (ma la sintesi non è il mio forte, mi dicono in molti) ho la certezza che il “Progetto” sarà portato avanti, tenendo conto di tempi e modi previsti dall’Ente Controllore (Consob); per questo martedì prossimo Massimo sarà a Milano per depositare la richiesta preliminare, già firmata da Giorgio La Cava, necessaria all’avvio della procedura; in questa occasione ritirerà la modulistica necessaria per avviare la “campagna di adesione” che, presumibilmente, prenderà il via da metà settembre, per concludersi in un paio di mesi.
Ci saranno vincoli da rispettare (il primo è la Garanzia che, qualora la raccolta non andasse a buon fine, ogni sottoscrittore, dal più piccolo al più grande, vedrà restituita l’intera somma versata), ma anche fissare un tetto minimo ed un tetto massimo, fissare le fasce di adesione (di solito sono tre), versare i “contributi” in un c/c esterno, ovviamente “indisponibile” alla società S.S. AREZZO, che verrà gestita dalla società incaricata della raccolta, già autorizzata dalla Consob; nel caso di maggiori adesioni rispetto al previsto, sarà possibile chiedere “deroga” sia per allungare i termini della sottoscrizione che per fissare un ulteriore “tetto massimo” alla raccolta.
Posso accennare alle modalità di adesione, che prevedono, da parte del partecipante, una prima “richiesta di adesione” al progetto; dopo la prenotazione verranno inviati, all’indirizzo indicato, i moduli da sottoscrivere (privacy e quant’altro) e saranno fornite le coordinate per effettuare il bonifico o il versamento; andranno allegate, presumibilmente, copia della carta di identità e della Tessere sanitaria, riportante il codice fiscale, e dovrà essere indicata la modalità scelta per ottenere, nel caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, il dovuto rimborso.
Saranno istituite 3 fasce di adesione, che per adesso posso indicare soltanto come Fascia C (minima), Fascia B (media), Fascia A (massima); ad ogni sottoscrittore delle quote, in caso di buon esito dell’iniziativa, saranno riconosciuti benefit variabili in funzione della quota sottoscritta.
La società si è già mossa, presso i propri addetti, per rendere possibile ogni possibile assistenza a chi, pur volendo aderire al progetto, si trovi in difficoltà con le pratiche di adesione e versamento (che saranno esclusivamente telematiche), e si stanno organizzando per poter “agevolare” le adesioni, che, forse è bene sottolinearlo, sono aperte ai tifosi e agli imprenditori, ma anche alle associazioni e alle Istituzioni! Io, per mio conto, a specifica domanda, ho risposto che si, se dall’Alta Valle del Tevere o da qualsiasi altra zona della Provincia, volete appoggiarvi a me per l’adesione, SONO PRONTO AD ORGANIZZARMI AL MEGLIO, per ricevervi presso il mio ufficio, e così, magari, conoscersi di persona.
Spero ed auspico, vista l’importanza dell’iniziativa, che anche Orgoglio Amaranto, che sicuramente verrà posto a conoscenza del progetto, metta a disposizione della società anche la sua disponibilità.
Se poi, tra i lettori del blog, qualcuno può mettersi a disposizione (si parla, ovviamente di gratuità, visto che va nell’interesse della S.S. AREZZO) può tranquillamente segnalarlo qui sul blog.
Ci incontreremo di nuovo, con Massimo … e, probabilmente, anche con Giorgio La Cava, non so se presso il mio ufficio o presso la sede della S.S. AREZZO, prossimamente – dopo martedì – e credo che la presentazione ufficiale del progetto potrebbe esserci nel fine settimana.
Altro, al momento, non posso dire, ma posso ricordare a tutti che “Far Grande l’Arezzo … insieme si può!” ed aggiungo anche che, se ci sono riusciti a Pordenone, perché ad Arezzo no?