18MA GIORNATA: CHI S’ACCONTENTA GODE
Si è conclusa con i posticipi tra Lucchese – Arezzo e Perugia – Campobasso, una giornata tra le più prolifiche giocate finora: 30 gol segnati (meglio si è fatto solo alla 6ta, con 38 gol, complice l’8-0 della Ternana sul Legnago, e nella 17ma, con 32), nessun pareggio, 5 vittorie casalinghe e 5 vittorie esterne, tra le quali quella dell’Arezzo contro la Lucchese. Gli amaranto, oltre alla vittoria, che mancava dal 27 Ottobre (Arezzo-Spal 2-1), trovano anche l’8vo clean sheet, riuscendo a chiudere la gara senza subire gol, anche grazie a due-tre ottimi interventi di Trombini, soprattutto ad inizio gara. Grazie ad un rigore sacrosanto, con relativa espulsione di un giocatore avversario, reo di aver respinto con il braccio, sulla linea di porta, un tiro a botta sicura di Damiani, l’AREZZO va in vantaggio sia sul risultato che sugli uomini in campo; contrariamente a ciò che potevi aspettarti, però, inspiegabilmente finisce quasi qui la partita degli amaranto, che poi badano solo a mantenere uno sterile possesso palla, spesso rischiando anche l’imbucata, con errori grossolani che spesso agevolano gli avversari più del dovuto; per fortuna che i lucchesi hanno dimostrato di essere ben poca cosa … Solo nell’ultimo quarto d’ora, quando gli avversari hanno cominciato ad accusare la stanchezza (3/4 di partita giocati con l’uomo in meno), gli amaranto hanno avuto 3 nitide palle gol, sbagliandole clamorosamente, richiamando alla mente i mille problemi di questa squadra.
Io non ho visto uno straccio di gioco, non ho visto mettere in fila 3 passaggi di fila, o meglio, li ho visti, e ho provato anche a contarli, ma erano tutti passaggini, passaggetti orizzontali o retropassaggi (ne ho visti perfino un paio da metà campo direttamente al portiere!!!) che era come contare le pecore, ed infatti ho perso il conto. Ancora una volta, insomma, contro un avversario di media-bassa caratura tecnica, l’Arezzo ha ottenuto il massimo con zero gioco espresso. Valgono i punti, è vero, alla storia passano i numeri e non le prestazioni, anche questo è vero, quindi c’è da essere soddisfatti, come sostiene il buon Mister Troise, vero? Certo, chi si accontenta gode, recita un vecchio detto, ma se insieme ai risultati arrivasse almeno una parvenza di buon gioco, forse, ribadisco forse, anche lo spettatore, il tifoso si sentirebbe un attimino più appagato. Abbiamo giocato alla pari contro la Torres a Sassari, vincendo, contro la Ternana, oggi capolista, perdendo dopo aver regalato 20 minuti di pessimo inizio, ma poi avremmo meritato il pareggio, contro il Pescara e contro l’Entella, pareggiando, ma avremmo meritato di vincere con entrambe, anche se contro i liguri la vittoria l’abbiamo buttata via noi, come abbiamo rischiato di fare anche ieri sera, sempre con l’uomo in più! Poi abbiamo perso, malamente, contro la Vis Pesaro – che ci ha superato al 5^ posto! -, il Pineto, oggi 10mo, contro il Perugia (!!!) che poi abbiamo strapazzato in Coppa, e contro il Carpi; con queste squadre abbiamo perso per un semplice motivo: non abbiamo giocato a calcio, quasi non siamo scesi in campo! E la storia del nostro “non gioco” si è ripetuta nelle vittorie striminzite contro il Legnago, il Pontedera, il Sestri Levante e la Spal, ed ancora nei pareggi con Rimini, Ascoli e Milan Futuro. Tutte prestazioni brutte, che non si possono né vedere né raccontare.
Nonostante tutto, siamo lì, in 6ta posizione, 2 posizioni in più della passata stagione, in linea con l’obiettivo di “alzare l’asticella”: perché lamentarsi, allora, visto che anche in Coppa Italia siamo arrivati ai quarti di finale (attenzione a snobbare la Coppa: battendo il Trapani, il prossimo 18 dicembre, avremo accesso alle semifinali avendo eliminato, forse, il candidato più autorevole alla vittoria finale, insieme a noi, Avellino e Rimini; con il vantaggio di passare direttamente alla fase nazionale dei play off!)?
Credo fermamente che, in questo momento, possiamo ringraziare, e molto, la buona sorte e che ponderare bene il da farsi sia ancora più che necessario; aver ottenuto un risultato positivo non deve distogliere l’attenzione dalla realtà, inequivocabile: una rosa tecnicamente inferiore, forse, solo a due – tre squadre del girone (Ternana, Pescara ed Entella, contro le quali, però abbiamo giocato alla pari!!!), non può, al termine del girone di andata, non avere una propria identità, un proprio modo di imporsi sul campo. Non è più il tempo di affidarsi al caso, perché il gioco potrebbe farsi pericoloso.
Meditate, gente, meditate gente.
Al di là di ogni pensiero, ovunque e comunque, si alzerà sempre l’incitamento a non mollare mai: FORZA AREZZO!
di Patrizio Blonda