AAA… CERCASI MODULO DISPERATAMENTE


Senza il consueto accompagnamento dei tifosi, che ligi alle proprie convinzioni hanno disertato gli spalti di Solbiate Arno, dove gli amaranto hanno affrontato per la prima volta la squadra B del Milan, l’AREZZO trova il suo primo pareggio esterno, sempre di rincorsa e sempre dimostrando di non aver risolto il quesito di fondo: quale modulo di gioco è più “digerito” dai giocatori in rosa?
Parto sempre dal presupposto, senza vena polemica ma solo per convinzione personale e per esprimere esclusivamente il mio modestissimo punto di vista, che un buon allenatore è bravo quando, al di là dei propri credo calcistici, riesce a trasmettere ai giocatori a disposizioni le proprie idee oppure adegua il modulo da proporre e riprodurre con continuità in campo alle doti tecniche della rosa a disposizione: ad oggi, guardando le formazioni da inizio, non una volta è scesa in campo dall’inizio la stessa formazione, un po’ a causa di infortuni, un po’ per l’inserimento dei nuovi arrivati, tanto, a mio modo di vedere per “confusione tattica”; se ad inizio stagione, in Coppa Italia, abbiamo potuto ammirare un AREZZO padrone del campo, in grado di imporre i propri tempi, di mostrare anche sprazzi di gioco interessante e gradevole, così non è stato se non in pochissime occasioni, ed anzi, abbiamo lasciato per strada punti anche pesanti spesso nelle partite che, almeno sulla carta, apparivano almeno abbordabili; abbiamo faticato non poco subito alla prima giornata contro la neo promossa Campobasso, abbiamo subito tracolli inaspettati contro Vis Pesaro e Pineto, vinto per il rotto della cuffia con Legnago e Pontedera, avuto ragione abbastanza agevolmente del Gubbio, ma poi regalato inopinatamente il primo tempo alla Ternana, poi dominata nel secondo tempo, senza però riuscire ad agguantare il pareggio, di nuovo vinto con ampio merito contro la Torres, per poi stentare contro il Rimini, a Sestri Levante, rischiato di perdere contro la Spal, presi a schiaffi dal Carpi, penato, non poco contro l’Ascoli ed infine acciuffato ancora all’ultimo tuffo contro il Milan Futuro: è il riassunto di una squadra che molti addetti ai lavori da Braglia alla prima giornata, a Bonera nell’ultima fatica, giudicano “tra le migliori squadre del girone”. Siamo tutti convinti che questa squadra, con questi giocatori, può giocare alla pari con le più forti e vincere agevolmente con le squadre meno accreditate ed invece … andate a rivedere i risultati ed il cammino; 3 sconfitte in trasferta contro Vis Pesaro, Pineto e Carpi 1 in casa contro la Ternana, 2 pareggi in casa contro Rimi ed Ascoli, ed il primo in trasferta contro il Milan Futuro; poi le vittorie, dove spicca solo quella contro la Torres, per di più in trasferta, e quelle già citate contro Campobasso, Legnago, Pontedera, Gubbio, Sestri Levante e Spal. Ma quale modulo è stato adottato in queste partite? Di base il 4-3-3, ma non sono mancate (l’ultima proprio domenica) prestazioni con il centrocampo a 2, oppure i 4, addirittura i 5 attaccanti, dove non c’è una coppia di centrali fissa, dove i due esterni bassi sono spesso adattati e dove non capisco come Ogunseye abbia nel carniere 738 minuti giocati (senza recuperi) e Gucci “solo” 492, dove Mawuli ne registra, di minuti giocati, 882 e Settembrini appena 506, addirittura meno di Santoro (546); Ed il 4-3-3 è il modulo ad hoc per questa squadra? Le prestazioni, ma anche le statistiche sembrerebbero dire di no: 17 reti segnati (mai più di 2 in una stessa gara), 15 subite sono lì a dimostrare che attacco e difesa stentano non poco; ed anche le “numerose amnesie” a centrocampo e in difesa, si ripetono con irritante continuità. Da cosa possa dipendere, nessuno lo sa spiegare; il tecnico ribadisce che chiede in continuazione alla squadra impegno e concentrazione, che però, a ben vedere, latita non poco; che poi la squadra si impegni per tutta la durata di ogni partita (fatta eccezione per Pesaro, Pineto e Carpi dove proprio siamo stati passivi), lo dimostrano i numerosi gol segnati nell’ultimo quarto d’ora, i punti raggranellati nella ripresa. Allora, forse, è arrivato il momento di provare altre soluzioni, anche perché stiamo per entrare nella fase “nevralgica” del campionato: Pescara, Perugia (con l’intermezzo della Coppa Italia sempre in Umbria), Virtus Entella in stretta sequenza, e poi Lucchese e Pianese per chiudere il girone di andata, ed il Campobasso prima della sosta natalizia: 6 partite dalle difficoltà differenziate, prima che poi le squadre subiscano le inevitabili “variazioni” che la finestra di mercato di Gennaio mostri, come tutti gli anni, squadre spesso diverse. Punti che con il passare delle giornate si faranno sempre più pesanti, dove e squadre in lotta per le migliori posizioni non vorranno perdere tanta strada, e quelle in lotta per la salvezza, al contrario, cercheranno di raggranellare più punti possibili, spesso chiudendosi a riccio, cercando di non far giocare gli avversari, magari anche con perdite di tempo irritanti.E’ importante, allora, cominciare a fare chiarezza, ritrovare l’unità di intenti, stare concentrati ed evitare cali di tensione ed attenzione; sarebbe auspicabile un sano confronto fra tutte le componenti della squadra: staff tecnico, giocatori, dirigenza, per capire dove è stato sbagliato, per evitare il ripetersi di certi errori, spesso madornali ed evitabili. Alzare la famosa asticella si può, basta volerlo!  
FORZA AREZZO, SEMPRE!

di Patrizio Blonda