La riapertura degli stadi è ancora lontana
Il nuovo Dpcm, in vigore dall’8 settembre fino al 7 di ottobre, conferma la chiusura al pubblico degli stadi. Era stato lo stesso Premier Giuseppe Conte a ribadire la necessità di mantenere tale restrizione con una dichiarazione di sabato alla festa de Il Fatto Quotidiano: “Nello stadio l’assembramento è inevitabile, l’apertura la trovo inopportuna. È chiaro che se dobbiamo convivere con la pandemia, dobbiamo privilegiare le attività più importanti, quelle che sono caratterizzanti il nostro vivere quotidiano, la nostra vita sociale, la nostra vita associativa, la scuola. Per quanto mi riguarda, ma non è ancora una riflessione condivisa con il governo, la presenza allo stadio, così come manifestazione in cui l’assembramento è inevitabile, perché ci si siede vicini, vicinissimi stretti, come pure in fase di ingresso e di uscita, secondo me non è assolutamente opportuna”.
Tale decisione è stata supportata dalle valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico, il cui coordinatore Miozzo aveva dichiarato pochi giorni fa:”Le scuole devono riaprire, gli stadi possono aspettare”. Anche il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Brusaferro ha confermato al Corriere come, per il momento, non ci siano le premesse per riaprire al pubblico le partite dei campionati di calcio professionistici:”I raduni di massa sono considerati al mondo come il massimo livello di rischio che non è legato solo all’evento, ci sono una serie di problemi nel gestire l’ingresso e l’uscita delle persone”.
La Lega di Serie A ha proposto al CTS un dossier di ben 186 pagine con le prescrizioni per poter far assistere i tifosi alle gare in totale sicurezza. Il progetto punta a raggiungere un’affluenza agli eventi ridotta al 25-40%, a seconda degli impianti. Seguendo queste regole, nel caso del Città di Arezzo, la capienza possibile dovrebbe attestarsi, secondo un primo e approssimativo conteggio, intorno ai 1900 posti.
La strategia del Governo sarà molto probabilmente quella di riaprire con piccole percentuali di pubblico, valutando la curva epidemiologica e poi, quando ci sarà un vaccino, tornare alla normalità.
La cosa certa è che dovremo attendere almeno fino a fine mese per conoscere le decisioni dell’Esecutivo, sperando che la situazione dell’epidemia COVID rimanga sotto controllo.
di Bruno Valda